1. Il colore dell'anima


    Data: 21/06/2020, Categorie: Etero Dominazione / BDSM Autoerotismo Sensazioni Autore: CordeDiSeta, Fonte: RaccontiMilu

    ... smorzato dalla curva delle mie labbra.�Allora, ragazzina!�Fu la prima volta che mi chiamò così e in quel momento sentii una morsa stringermi la bocca dello stomaco; sgranai gli occhi, credo, che rimasero però fissi nei suoi, quasi ne fossero affamati. Non riuscii a dire nulla, ma fu lui a spezzare quei secondi di silenzio.�Mangio un boccone e torno in ufficio, immagino tu non abbia nessun progetto da terminare.�Con il capo fece cenno al bancone del bar.�Ti ordino qualcosa?�Le mie ciglia sbatterono veloci un paio di volte, annuii, ma mi alzai in piedi avvicinandomi al barista, non so ben dire perché.Lui mi seguì, ordinammo due primi da tavola calda; quei piatti che vorrebbero venderti come prelibatezze, ma che in realtà hanno quel disgustoso retrogusto industriale.Tornammo al tavolo che liberai rapidamente di tutte le mie cianfrusaglie che gettai disordinatamente nella borsa, lui sedette con me, per poi andare a prendere il nostro pranzo, quando richiamato dalla bionda al bancone; una donna sulla quarantina, con labbra siliconate e trucco pesante che lo accarezzò languidamente con lo sguardo.Le conversazioni durante quel pranzo improvvisato furono leggere e scorrevoli, gli dissi che frequentavo il liceo artistico lì vicino, che amavo il cinema, parlammo di film, mi disse che lavorava in un�azienda nella traversa parallela, senza scendere in dettagli che non osai chiedere, commentammo quello che stavamo mangiando e lo slogan squallido di una bevanda.Mi ero sciolta, le ...
    ... parole scorrevano tranquille ed erano alternate a risate e silenzi presi, mai vuoti, pesanti o insostenibili, ma qualcosa non mi permetteva di rilassarmi del tutto; i miei nervi erano tesi come un attimo prima di esplodere in un orgasmo, quando tutto il tuo corpo si fa rigido, pronto ad impazzire di piacere.Fui delusa quando guardò l�orologio e mi disse che era tardi, che sarebbe dovuto tornare a lavoro e si alzò, prendendo il suo ed il mio vassoio.�&egrave stato un piacere, Giulia.�Mi disse; sentivo la sua bocca riempirsi del mio nome.�Hai una bella testolina.�Una bella testolina.Una. Bella. Testolina.�Ci penso io, mh.�Fa cenno ai vassoi.�Oh, no no!�Rispondo con un vistoso scossone del capo.�Ragazzina, shhht!�Non osai ribattere e rimasi intontita a fissarlo andare al bancone, posarvi i piatti e saldare il conto per poi uscire, senza prima però avermi salutato con un gesto della mano.Restai al tavolo a fissare il nulla per non so quanto tempo prima di riprendere le mie scartoffie e ricominciare a scrivere e scarabocchiare; non trovavo la concentrazione, iniziavo una frase e finivo per cancellarla con una linea, oppure mi scoprivo a disegnar cerchietti casuali seguendo i quadretti dei fogli, fin quando non si fece l�ora di tornare a casa.Una cena sbrigativa con mio padre che cercava di guardare il telegiornale e mia madre, svampita come al solito, che parlava velocemente di argomenti dello spessore della pagina di quei settimanali che le piacciono tanto.Andai in camera mia, mi ...