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Ho sottomesso e umiliato il fidanzato di mia figlia
Data: 02/07/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: MadreSevera
... sguardo fiero e un sorriso diabolico. Il suono dei miei tacchi rimbomba nel garage mentre gli giro attorno ammirandolo dalla testa ai piedi. Decido di accarezzarlo partendo dal viso, poi scendo sul petto, gli addominali scolpiti e poi sul suo membro in erezione. Nel frattempo mia figlia è tornata e si è già messa seduta a godersi lo spettacolo. Io continuo ad accarezzarlo partendo dal viso e scendo ancora fino al pene. Ripeto questa operazione per più volte nel più totale silenzio. Ora lo schiavo si è perfettamente adattato alla posizione, seppur scomoda, gli prendo i testicoli grossi e depilati e li maneggio con cura esercitando man mano sempre più pressione facendogli provare dapprima fastidio e poi un dolore sempre più forte ‘AAAAHHHH!!!!! AAAAAHHHHH!!!!! Fa male!’ Io mi arrabbio e gli do un ceffone in pieno volto che gli fa voltare la faccia dall’altra parte ‘Chi ti ha dato il permesso di parlare e lamentarti?’ ‘Chiedo perdono, mia Dea’ ‘Zitto! Giulia, dammi la frusta’ Mia figlia si alza di scatto e mi porge la frusta di cuoio nera e, mentre me la mette in mano, la guardo negli occhi, le stringo il polso, e avverto il battito del suo cuore che le sta letteralmente uscendo dal petto per l’emozione. Io le sorrido amorevolmente, le accarezzo il viso e le dico con dolcezza: ‘Tranquilla piccola mia. Ora vai a sederti e goditi lo spettacolo’ ‘Ss ssii mamma’ ‘Bene schiavo, è ora di cominciare. Sappi che da ora in avanti, finché sarai lì appeso avrai un solo diritto: potrai ...
... urlare quanto vuoi tanto nessuno ti sentirà. Capito?’ ‘Sss sssiiiii mia Dea’ Io faccio schioccare con vigore la frusta per terra che fa tremare mia figlia. Ora mi trovo di fronte al mio detenuto che, inerme, non può fare altro che subire. Comincio a colpirlo girandogli attorno approfittando della grandezza del garage. Lo colpisco sulle natiche, gli addominali, il petto, le braccia, le gambe ma soprattutto mi concentro sulla sua schiena. Ad ogni colpo le sue urla si fanno sempre più forti ma, dopo una trentina di colpi circa, comincia a stringere i denti e a urlare di meno. ‘Come mai non urli più? Guarda che mi diverto maggiormente se soffri. Guarda la tua fidanzata: non lo vedi che, ad ogni colpo che ti infliggo, affonda sempre di più la mano nei pantaloncini?’ Io lo avevo notato sin dai primi colpi che Giulia si stava masturbando massaggiandosi con la mano prima sopra e poi dentro i pantaloncini che indossava. Lo schiavo fino a quel momento non se ne era accorto perché era occupato a prendere le frustate. Io mi prendo una pausa dalle frustate poggiando la frusta sulla sedia accanto a mia figlia. Mi avvicino allo schiavo accarezzando la sua pelle rovente e tremante a causa dei colpi inferti. Gli schiaccio le dita dei piedi con la mia scarpa mentre ammiro da vicino la sua espressione di dolore sul viso. Gli afferro le palle e le stringo con sempre maggiore forza e nel frattempo esercito maggiore pressione con il piede sulle sue dita ‘Mi sono sempre chiesta: cos’è che fa più male? ...