1. Non credere ai maschietti


    Data: 05/07/2020, Categorie: Etero Autore: WriterVM18, Fonte: Annunci69

    L'illuminazione delle 18 veniva di poco rafforzata dalla luce emessa dalla TV, eravamo quasi al buio. Tra una partita ed un altra ai videogame il mio amico Ivano se ne vien fuori con:
    
    "Ho sverginato Lucilla".
    
    Quasi maggiorenne, capelli lunghi ondulati, il playboy aveva fatto centro per la terza volta.
    
    Sverginare tre ragazze, ovvio che lo consideravo un esempio. "Maestro" da cui cercavo di imparare quanto più, tramite i suoi racconti.
    
    Posai il joystick, lo fissai e lui capì che volevo mi raccontasse tutti i dettagli.
    
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    C'era freddo quel giorno di Novembre, la pioggia a Catania è sinonimo di traffico stradale.
    
    Lucilla all'impiedi sull'ultimo gradino del Turrisi Colonna fissava l'albero in cui solitamente Ivano si faceva trovare ad aspettarla. Ma quel giorno lui non c'era.
    
    Così lei digitò velocemente il numero della mamma per farsi venire a prendere ma quando lei rispose, con la coda dei suoi occhi verdi la ragazza vide Ivano tutto bagnato sopra il motorino che si avvicinava alla scuola divincolandosi tra le autovetture immobili.
    
    Fu un bacio freddo, nel senso che le loro labbra erano quasi congelate per via delle basse temperature; Lucilla poggiò il peso sulla scarpa rosa destra sopra il pedalino e salì in sella.
    
    Da dietro lei stringeva forte i suoi fianchi, la pioggia incessante inzuppava i suoi capelli biondi.
    
    Giusto due tre vicoli e Ivano ...
    ... posteggiò il motorino.
    
    "Seguimi" le disse mentre apriva un cancello.
    
    La biondina si fidava ciecamente del suo fidanzatino e solo una volta entrati dentro una casa in cui non era mai stata chiese: "dove siamo amò?".
    
    Mentre si toglieva i vestiti bagnati Ivano le rispose "da mio padre, fortuna che questa settimana è fuori per lavoro".
    
    Ritornò da lei con addosso solo i boxer e la sua solita catenella argentata, in mano l'asciugacapelli. Lei l'aveva già visto così altre volte ma ancora le faceva un certo effetto.
    
    Arrossì guardandogli la delineata conformazione degli addominali "ah, ottimo così ci asciughiamo".
    
    Ivano le tocco il maglioncino "non puoi tenerlo addosso, è bagnato; che racconti ai tuoi se ti prende la febbre?".
    
    "Certo..." rispose sarcastica mentre sfilava il maglioncino fissandolo "lo dici per me? non per te, vero?".
    
    Dal pacchetto di Marlboro il ragazzo in boxer estrasse sigaretta e accendino.
    
    "Se l'accendi mi faccio venire a prendere..." minacciò Lucilla che fece il gesto di riprendere il maglioncino.
    
    Ivano accettò il ricatto, posando tutto e andò in un altra stanza.
    
    Lei lo seguì con gli occhi, fissando il movimento dei boxer che nascondevano quel culo sodo.
    
    Rimase altri due minuti lì per asciugarsi bene i capelli e poi vagò furtiva in casa.
    
    Tutte le luci erano spente, preoccupata chiamò il nome del suo ragazzo "Ivano...dove sei?".
    
    Vide una luce rossa accendersi alla sua destra, si avvicinò con le punte dei piedi.
    
    I calzini, così ...
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