1. La vicina di trullo


    Data: 09/07/2020, Categorie: Tradimenti Autore: Benedetto Cifrani, Fonte: EroticiRacconti

    Dedicato agli amici della Puglia. Eravamo arrivati da circa una settimana. Un grazioso e rilassante complesso di appartamenti e trulli adibiti a casa vacanze, immersi nella campagna della valle d'Itria. Un posto fresco e rinvigorente. Il nostro appartamento era accostato ad un trullo. Muro in comune. Muri bianchi e grezzi. Muri rilucenti alle carezze del sole. Davanti, un immenso patio delimitato da un basso muretto fatto di sassi. Bianchi. E poi una vista che si perdeva tra ulivi e orizzonti di tramonti color arancio. Eravamo soliti fare colazione fuori, proprio davanti all'ingresso dell'appartamento e di fronte al patio. Spazio ad ampio respiro. Sedie e tavolino di legno. Pieghevoli. Un ombrellone ci riparava dal sole accecante già di primo mattino. Ah, la leggerezza e libertà dell'estate! Torso nudo, pantaloncini ed infradito. E pace e tranquillità, senza pensieri o le preoccupazioni della quotidianità. Finché arrivarono i vicini. Non che facessero baccano, anzi. Il problema semmai era Lei. Fin dal primo momento mi provocò un turbamento viscerale. Sensazioni lussuriose di mente e cervello. La prima volta che la vidi stava apparecchiando per la colazione davanti al loro trullo. Lei e suo marito. Un tipo alto e bonaccione. Salutava sempre con calore e forza. Ma non la guardava più, di capiva. Lei usciva sempre vestiva con un vestitino a tubetto nero elasticizzato di cotone leggero. Che le copriva a malapena l'inguine. Sotto era nuda. Si riuscivano ad intuire infatti ...
    ... anche chiaramente le forme generose del suo seno prorompente. Dio che tette! E che bel culo! Si giocava al gatto e al topo: solo che ancora oggi non ho capito chi era il gatto e chi il topo. Lei sapeva che la guardavo voglioso, e le piaceva. Non so come dire...faceva le mosse giuste... Finché accade, inevitabilmente. Era solo questione di tempo e di trovare l'occasione giusta. Che arrivò puntuale al terzo giorno. Di primo pomeriggio. Entrambi i nostri compagni dormivano nel caldo afoso. Ma noi no. Ci incontrammo per caso appena usciti dalla porta, per respirare una boccata d'aria. Che sincronismo! E ci scambiammo una rapida ma perentoria occhiata, che chiedeva e rispondeva a tutto, non lasciando alcun dubbio. Mi fece entrare dentro il trullo. Nel salotto suo marito dormiva soporitamente sul divano. Sembrava morto, con la bocca aperta. Andammo nella stanza di fronte, in camera da letto. Faceva fresco per via della penombra. Mi prese la mano e si diresse al giaciglio. Si distese comoda, con le gambe accavallate. Nude. Il vestitino nero alzato fino all'attacco delle natiche. Un gomito piegato a sorreggere la testa. I suoi bei capelli biondi adesso sciolti le ricadevano un po' davanti alla faccia. Sorrideva sorniona. Con l' altra mano si accarezzava i fianchi. "Non è questo che volevi?", fu il suo invito. "Fammi vedere questo bel culetto", proposi io, mentre mi inginocchiavo sul materasso sollevandole definitivamente il vestito. "Stupendo!". Due grosse natiche incorniciate da una ...
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