1. Lo Spazio del Master - quarta parte -


    Data: 13/07/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Mandy99, Fonte: EroticiRacconti

    Restò sola per circa mezz’ora, un lasso di tempo in cui la difficoltà consisteva nel restare in quella scomoda posizione obbligata senza lamentarsi. Quando lo sentì ritornare confidò che la liberasse, o che almeno le consentisse di appoggiarsi sui talloni, dato che sino a quel momento era dovuta restare in punta di piedi. Speranza che andò rapidamente delusa, visto che Luca si preoccupò soltanto di bendarla ed imbavagliarla nuovamente. Poteva unicamente ascoltare e lo sentì armeggiare vicino a lei per alcuni minuti. Cercò di comprendere cosa stesse facendo dai rumori che udiva, ma le probabilità che indovinasse erano tendenti a zero. Presa dalla valigetta un’asta telescopica e regolabile, ad una delle estremità fissò un doppio fallo in silicone. L’altro lato era invece già munito di un anello d’acciaio e Luca se ne servì per agganciare l’asta ad un anello metallico del tutto simile, posto a metà della barra che obbligava Eleonora a gambe divaricate. Spalmò un po’ di grasso alla vaselina sulla punta dei falli, poi mise in verticale l’asta ed iniziò ad allungarla. Quando la punta del primo arrivò a contatto delle grandi labbra, fece in modo che si separassero, poi continuò ad estenderla. Il dildo era ormai ben inserito nella vagina di Eleonora, quando anche la punta di quello più piccolo le arrivò a premere contro l’ano. Impreparata a quell’intrusione, accennò un sobbalzo ed istintivamente fece per appoggiare i piedi a terra. Il cordino, quello teso fra il soffione della ...
    ... doccia ed morsetti che le imprigionavano i capezzoli, non si allungò di un millimetro, costringendola a riprendere la posizione sulla punta dei piedi. Prima di spingerlo ulteriormente dentro l’ano, il Master attese pazientemente che l’orifizio più stretto cedesse, allargandosi pian piano fino ad accogliere la misura del fallo in silicone. Eleonora emise una sorta di lamento, peraltro soffocato dalla pallina che aveva in bocca, poi, quel suono si trasformò in un gemito che segnalava a Luca quanto si stesse in realtà eccitando per come veniva sodomizzata, lentamente ma inesorabilmente. Le guardò la mano, quella in cui teneva la pallina da ping pong, ma lei la teneva sempre ben stretta. Continuò allora ad estendere l’asta, proseguendo sino a quando l’appendice a forma di cucchiaino rovesciato, quella che partiva dalla base del fallo più grande, le si appoggiò per bene contro il clitoride. Bloccò l’asta e si alzò in piedi, poi, con una mano prese ad accarezzare quel corpo femminile ormai in suo potere. Lei era tesa allo spasimo, mentalmente in bilico tra eccitazione, piacere e sofferenza, quando lui le si avvicinò per parlarle in un orecchio. - Ti fidi di me? Sei nel mio spazio… ed ora, ti accompagnerò la dove volevi andare… se sentirò cadere la pallina, tutto finirà… subito. - Immobilizzata nella doccia, con i polsi legati insieme, in alto sopra la sua testa e le gambe divaricate, in punta di piedi, i seni leggermente sollevati per via della trazione ai morsetti che le imprigionavano ...
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