Un bravo padre di famiglia
Data: 29/11/2017,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: chupar, Fonte: Annunci69
Ero uscito con due miei amici, eravamo prima andati in una birreria a mangiucchiare a bere qualcosa e poi in discoteca. Erano giorni ormai che puntavo una tipa che mi piaceva, ma non sapevo ancora come fare l’approccio. Dai miei due amici avevo saputo che era una ragazza molto difficile, una che non la dava via a tutti. L’intera serata in discoteca l’avevo passata quindi in cerca di un espediente per riuscire ad agganciarla. A fine serata avevo giusto rimorchiato una serie di baci appassionati e un pompino lasciato a metà.
Ancora su di giri e carico, rifiutai l’invito dei miei amici a restare da loro. Eccitato com’ero avrei rischiato di fare qualche cazzata dormendo in un matrimoniale con due gran fighi in mutande.
Presi il primo treno possibile per rientrare, anche perché l’auto l’avevo esclusa da subito vista la quantità di alcool che avrei ingurgitato. Il viaggio sarebbe sembrato meno lungo rispetto a dover passare un’ora in un treno diurno la mattina dopo, imballato di gente, magari in piedi sul corridoio per la maggior parte del percorso. E poi non vedevo l’ora di rientrare a casa per farmi un gran segone.
Come sempre arrivò un vecchio treno, quello con gli scomparti chiusi e i sedili di finta pelle marrone. Pazienza. Il viaggio non sarebbe stato lungo.
Invece di andare direttamente al mio vagone, feci una passeggiata e finii dopo un po’ per trovarmi davanti al mio scomparto.
Accostai i sedili in modo da farne qualcosa di simile a un letto e spensi la ...
... luce per sonnecchiare un po’ fino all’arrivo. Una volta in stazione mi aspettava mezz’ora d’auto per arrivare a casa. Stavo per addormentarmi, quando la porta si aprì e qualcuno entrò, ma senza accendere la luce: “Posso?”
Avevo visto giusto la sagoma di un uomo ma mezzo assonnato risposi più o meno cortesemente: “Certo…se ha prenotato…”
- “Veramente sono nello scomparto affianco con mia moglie e i ragazzi, ma qui c’è più posto…”
L’uomo si sistemò al mio fianco. Aveva un odore maschile, un profumo economico, forse, ma molto speziato. Lo sentii muoversi agitato. In effetti, sentiva caldo. Mi chiese di aprire un po’ il finestrino dalla mia parte ed io, un po’scocciato, gli risposi: “Sì…non c’è problema! Apra quello che vuole!”
Nel farlo, s’inginocchiò sui sedili e, sporgendosi, poggiò il suo pacco sul mio culo visto che ero disteso di spalle e rivolto verso il finestrino. Avrei dovuto scostarmi, ma non lo feci.
Si stese al mio fianco. Si rigirò di nuovo e si sbottonò la camicia. Si sollevò di nuovo, rifacendo gli stessi movimenti per chiudere il vetro. Stavolta si strusciò per bene al mio culo e il fatto che nemmeno potessi immaginare che sarebbe andato oltre mi divertiva.
Si stese di nuovo, si girò ancora e me lo trovai disposto a cucchiaio dietro di me con il pacco che spingeva sul mio culo - “Cosa possiamo fare? Non si riesce a dormire con questo caldo. Vero?”- chiese con voce leggermente tremante per l'eccitazione creata dalla situazione.
Mi sbottonai la ...