1. Miky e le gemelle


    Data: 22/07/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: gioviaf

    E’ venerdì sera e con Miky siamo sul divano a chiacchierare mentre, come d’abitudine, le nostre mani accarezzano i nostri corpi nudi. Domani arrivano le sue cuginette per il fine settimana e Miky mi sta raccontando di quando lei, ancora piccola, andava dai suoi zii in campagna per il periodo estivo.
    
    Lascio la parola a Miky che racconta :
    
    In casa mia c’era l’abitudine che quando si cambiava aria ci si doveva pulire l’intestino e a me toccava la peretta fatta e ripetuta finche l’acqua non usciva limpida. All’arrivo in campagna poi, la cosa si ripeteva ancora per evitare i mali di pancia a seguito del cambiamento d’aria e del mangiare diverso.
    
    A me la cosa non dispiaceva, anzi, mi dava un senso di piacere sentire la peretta entrare nel buchino dopo che la mamma me lo aveva unto per bene con la cremina che spingeva dentro con il dito. Anche quando divenni più grande la pratica della peretta fu mantenuta con l’unica differenza che la peretta venne sostituita dal clistere.
    
    Intanto mia zia aveva avuto le gemelline e io, ancora una bambinetta, ero incuriosita e anche affascinata a guardare la zia che se le attaccava al seno per allattarle. Aveva due grosse tette, mia zia, e io avrei voluto attaccarmi anch’io ai suoi capezzoloni per provare a succhiare il suo latte che immaginavo caldo e dolce. Purtroppo, però, quelle belle tette erano solo per le mie cuginette e la voglia mi rimase.
    
    Col tempo le gemelline erano cresciute diventando due belle bambine piuttosto ...
    ... pestifere e disinibite che, vivendo in campagna, ne sapevano più di me sui casi della vita ma quello che mi stupì maggiormente fu che quando eravamo nei campi e dovevano fare pipì abbassavano calzoncini e mutandine per accucciarsi e farla tranquillamente, mostrando la patatina e lasciando vedere il filino di pipì che ne usciva, davanti a noi. Anche io imparai a farla nella stessa maniera senza vergognarmi se loro mi guardavano. Però, io ero il loro punto di riferimento, ero più grande e andavo già a scuola quindi volevano sapere tutto quello che potevo raccontare ed essendo curiose come le scimmie facevano domande su tutto. Fra di loro, poi, parlavano apertamente della patatina o del culetto coinvolgendo anche me.
    
    Un giorno, per apparire già grande confronto a loro, raccontai delle perette e dovetti fare vedere esattamente come si faceva. Ale si abbassò le mutandine e si mise a quattro zampe col sederino per aria, io, non avendo a disposizione la crema, mi insalivai un dito e l’appoggiai al buchino spingendo per farlo entrare. Naturalmente non riuscii e allora Bea mi spostò la mano e, avvicinando il viso al sedere della sorella, sputò ripetutamente sul buchino.
    
    Con l’abbondante insalivazione riuscii ad introdurre il dito nel sedere di Ale che, subito accusò un po’ di dolore ma poco dopo assicurò che il dolore era passato e che la cosa non le dava più noia. Finito con lei dovetti ripetere l’operazione con Bea che confermò le impressioni della sorella. Naturalmente dopo vollero ...
«1234»