Il professore
Data: 30/11/2017,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: fabrizio, Fonte: EroticiRacconti
... per poterla rivivere da capo. Divaricati i glutei, la sua lingua si insinuò indugiando sullo sfintere, percorrendone la circonferenza e lubrificandone il bordo, e aprendo la strada alle sue dita che morbidamente ne dilatavano l’apertura così da offrire alla sua bocca nuovi lembi di carne da assaporare. Dopo un tempo che mi parve infinito e assieme istantaneo, sentii il suo glande appoggiarsi all’apertura; istintivamente mi irrigidii, ma mentre aspettavo la sua penetrazione, lui tornò a distendersi sulla mia schiena con insistenti colpi di lingua lungo il collo. I suoi lombi accentuarono leggermente la pressione del glande che, con naturalezza, sgusciò dentro. Dio mio, l’avevo dentro, avevo un uomo dentro di me, e la sensazione era piacevolissima… niente strabuzzamenti di occhi, niente guaiti di dolore… solo quella sensazione di tiepida pienenezza... La pressione aumentò ancora leggermente, e al glande fece seguito un primo tratto della sua asta; e poi ancora, e poi ancora sino a quando sentii la peluria ispida del suo pube solleticarmi le natiche. Arrivato al fondo, ristette un attimo; il petto, liberato dal puntello dalle braccia, aderì completamente alla mia schiena mentre le sue mani mi accarezzavano i capelli. Lo sentii ritrarsi lentamente e nuovamente affondarmi dentro; il ritmo era molto lento e regolare, il suo ventre e i miei glutei si accompagnavano in un moto congiunto, e solo agli estremi della spinta e della risacca la sua asta scivolava per un breve tratto ...
... lungo le mie viscere; nei suoi successivi ritorni le sue mani scivolarono sotto il mio petto, si portarono ai capezzoli e cominciarono a stuzzicarli; ed io di nuovo venni avvolto da quell’insieme di sensazioni che non avevo immaginato e che stavano rendendo quella mia prima volta un’esperienza indimenticabile. Sentii le sue mani scendere ai miei fianchi, afferrarli e contemporaneamente al suo arretrare, tirarmi a sé; avevo le gambe ripiegate ai lati del tronco, le natiche esposte, il petto e la testa appoggiate al letto; non avevo più la pressione del suo peso addosso, l’intreccio delle gambe era perso, e tutte le sensazioni ci concentravano sul suo penetrarmi, che stava cominciando leggermente ad accelerare. Riconobbi le sue prime pulsazioni che accompagnavano l’arrochirsi del suo respiro… allungai una mano al mio sesso, ma lui dolcemente la scostò e mi afferrò, accoppiando il ritmo della masturbazione con quello delle sue spinte; sentii che stavo per venire ma lui ammorbidì la presa spostandola ai testicoli così da ritardare il mio piacere e sincronizzarlo con il fluire del suo. Smise di accarezzarmi e le contrazioni che lo portarono all’eiaculazione si trasmisero a tutto il mio ventre facendomi venire pochi istanti dopo lui… Premurosamente mi pulì del suo sperma, poi mi girò sulla schiena: aveva il fiatone, il volto congestionato, qualche gocciolina di sudore gli imperlava i peli del torace. Io chiusi gli occhi, e mentre con dolcezza mi puliva pensai che purtroppo non avevo ...