1. Idillio dell'essenza


    Data: 01/08/2020, Categorie: Lesbo Autore: Semiramis, Fonte: EroticiRacconti

    Anche questa mattina ho voglia di raccontarmi. Sono sola, lui è partito ieri per il solito viaggio coi fornitori e io sono qui nuda nel letto. La mattina e la sera prima di andare a dormire qualsiasi donna ne ha bisogno. O almeno sono io che associo questo atto a tutte le donne perché mi pare naturale considerarlo un momento necessario. È il modo migliore per uccidere il giorno vecchio e iniziare il travaglio di quello nuovo. Io mi sveglio e mi addormento con quel pensiero quando non ho rapporti, devo farlo, ne ho bisogno, lei mi chiama lì in basso. Mi chiede le mani, mi dice che devo curarla e stamattina più che mai. Ho una gran voglia di donna! Avete capito bene, non vorrei un uomo e se potessi far coccolare il mio clitoride non da me vorrei che fosse una donna a farlo. Dunque inizio, solito gesto, mani da labbra a labbra, le prime devo umidirle a causa degli ultimi refoli di sonno le seconde, no. Capita a tutti e a tutte noi di fissarci con un particolare o con qualcosa che provoca emozioni. Da ieri sera ho una cara amica che mi tormenta, sì proprio un mia amica, una di quelle con cui pochi anni fa a scuola ti vedevi nuda, a mare ti cambiavi e scambiavi il costume per gioco. Una con cui dividevi perfino i ragazzi, ha un nome che questa mattina suona stupendo tra le mie labbra: Martina. Quando lo pronuncio è come se dalla bocca mi scendesse fino al clitoride e infatti è da ieri sera che la immagino qui con me e mi tormento perché la voglio. In questo momento mi sento ...
    ... con lei, ma ho solo una maledetta foto sullo schermo del desktop che mi aiuta a vederla ora. Dovreste ammirarla: bellissima. Un culo tondo, scolpito. Fianchi marmorei e un visino delicatissimo. Affondo le mani nella fica...ora si assottiglia il confine. È venuta qui da me ieri sera, non sapevo come ma lei era a conoscenza del fatto che fossi sola. Era strano ritrovarla con il corpo di una diciottenne, era l'ultimo che ricordavo di lei. Come sempre già attraverso la porta fece insinuare in casa mia una nube di Valentino, profumo che portava come un vestito. Mi sembrava come se non fosse mai uscita dai corridoi del liceo, le sfiorai il braccio. La stessa pelle liscia e afghana. Dio quanto la volevo, mi pare di esserne innamorata quasi. È venuta a bussare alla mia porta vestita come in una delle foto che ho visto di lei in questi giorni. Una canottiera molto delicata infilata nei suoi jeans. E sotto è meravigliosa, le si vede tutto. Due solchi che le spaccano in due il cavallo dei pantaloni uno zoccolo di cammello da mozzare il fiato. Mi chiedo se lei voglia parlarmi ma non c'è tempo per i convenevoli mi porta le dita fra quel solco e me lo lascia accarezzare e poi mi bacia le labbra, il suo profumo mi entra nelle narici caldo come libeccio carico di pollini a giugno. Iniziamo a baciarci e io non la smetto di solleticare quel solco meraviglioso, intreccia la lingua alla mia e io le metto le mani alla nuca. Flette la schiena e io le bacio e le lecco il collo. Ma come? Si sta già ...
«123»