Rimorchiata e resa puttana da un vecchio imprenditore
Data: 18/08/2020,
Categorie:
Tradimenti
Autore: LaCavalla, Fonte: Annunci69
In chat avevo conosciuto Armando, un imprenditore sessantotenne di un paese vicino al mio e con lui avevamo cominciato una conoscenza virtuale. Gli avevo spiegato che noi eravamo una coppia con marito cuckold e che non facevamo mai incontri organizzati. Le nostre avventure erano solo occasionali e casuali.
Aveva capito perfettamente quello che ci intrigava e aveva voluto continuare comunque a chattare con me, con la speranza che un giorno la nostra conoscenza sarebbe potuta sfociare in una frequentazione.
Armando ogni giorno diventava sempre più ossessionato da me, diceva che io lo facevo impazzire dall’eccitazione, che mi desiderava, che mi cercava ovunque andasse.
Mi raccontava anche che quando faceva sesso con la moglie pensava a me, diceva che se un giorno mi avesse incontrata mi sarebbe saltato addosso ovunque mi trovassi, anche in mezzo alla gente.
Sinceramente mi piaceva molto come uomo, avevo avuto modo di vederlo in foto, era un bel maschione mediterraneo alto un metro e ottantanove centimetri per novantotto chilogrammi di peso, capelli bianchi con qualche filo ancora grigio, barba incolta e molto villoso. Poi, dal suo atteggiamento, anche se solo attraverso la chat, si avvertiva che era una persona molto decisa, autoritaria, sicura di se.
Devo dire che ero molto intrigata da quell’uomo e ogni volta che chattavamo riusciva sempre a farmi eccitare, aveva capito benissimo quali erano le parti del mio corpo più sensibili e continuava a descrivermi ...
... quello che avrebbe fatto se mi avesse incontrata.
Un mercoledì, verso le tredici, ero andata a fare la spesa in un supermercato del mio paese. Mentre giravo per i reparti, il mio sguardo si incrociò con quello di Armando, mi guardò fissa negli occhi, lo riconobbi subito, avendolo visto anche in volto nelle foto che mi aveva mandato in chat e mi tremarono le gambe.
Lui conosceva solo il mio corpo, non gli avevo mai mostrato il mio volto, proseguii senza voltarmi e mi fermai ad uno scaffale per prendere delle cose quando sentii una mano sulla pancia e un’altra che si insinuava sotto la minigonna tra le mie cosce e mi attirava verso di se, sentii tutta la sua eccitazione sulle mie natiche e una voce roca che mi diceva finalmente ti ho presa vaccona, ora sei mia.
In un attimo ero completamente bagnata e i miei capezzoli nudi sotto la camicetta sembravano due chiodi che volevano bucarla. Gemevo al suo pesante palpeggio, mi sentivo venir meno quando improvvisamente si fermò, mi cinse il fianco con il suo braccio e mi disse: “andiamo”.
Mi lasciai trasportare, senza proferire parola e giunti in una zona più appartata adiacente il parcheggio, al riparo da occhi indiscreti, dopo avermi spinta contro il muro, cominciò di nuovo a palparmi tutta e a baciarmi in bocca. Liberò poi il suo cazzo duro dai pantaloni e mi ordinò di prenderlo in bocca, mi teneva per i capelli e mi imponeva il ritmo mentre continuava a spingerlo in gola e a ripetermi che ero una zoccola. Continuò fino a ...