Alice (parte 1)
Data: 21/08/2020,
Categorie:
Zoofilia
Autore: Dick1990, Fonte: EroticiRacconti
Appena aprii gli occhi mi resi conto di essere sdraiata su un letto in una stanza di cui potevo vedere solo il soffitto. Cercai di mettermi in piedi, ma mi accorsi che sia le mie braccia che le mie caviglie erano immobilizzate. Provai ad alzare il collo per comprendere meglio dove mi trovavo ma un improvviso giramento di testa mi fece desistere. Chiusi per un attimo gli occhi e mi addormentai. Quando li aprii di nuovo, mi accorsi che una benda ora mi impediva di vedere. Istintivamente urlai, una volta, due, poi tante. Gridavo aiuto e piangevo. Nulla, intorno a me il silenzio. Anche se ancora stordita, capii di essere stata completamente spogliata. Mi resi anche conto che oltre ai vestiti mi era stato tolto anche l'assorbente. Cercai di muovere il polso destro. Potei spostarlo solo di pochi centimetri. Ebbi l'idea che fosse assicurato ad un qualche tipo di cinghia, stretta intorno alla mia pelle. Lo stesso legaccio doveva immobilizzare anche le caviglie. Rimasi così per molto tempo. Di tanto in tanto provavo a chiedere aiuto ma ad un certo punto, convinta dall'assoluto silenzio che mi circondava, rinunciai. Immersa in uno stato di dormiveglia, ad un certo punto, sentii qualcosa toccarmi una gamba. In una frazione di secondo tutti i miei muscoli si irriggidirono e cominciai di nuovo ad urlare. Cominciai a sobbalzare cercando di rompere quei legacci che mi tenevano immobile e aperta. Dopo qualche secondo di vana ribellione il mio corpo si fermò e sentii di nuovo il contatto ...
... con la mia pelle. Non capivo cosa fosse, pensai ad una qualche specie di insetto. Sentii quella cosa muoversi intorno al mio ginocchio, e quindi salire, lentamente, lungo la mia coscia. Poi fermarsi. Pregai che non fosse una blatta. L'idea che una bestia del genere potesse volare e posarsi sul mio sesso mi procurò disgusto. La immaginai fermarsi sul bordo delle grandi labbra per suggere i miei umori. Mi resi conto che mi avevano drogato. I miei pensieri erano deviati, erano pensieri insani. Ero stordita da qualche sostanza che mi era stata propinata inconsapevolmente. Questo mi tranquillizzò. Sentii il tocco scomparire per poi tornare. Si muoveva veloce, adesso era sul mio petto e camminava veloce verso un capezzolo. Arrivò sulla punta e si fermò. Poi un dolore, forte, lancinante. Pensai che mi aveva punta. Urlai di nuovo, per la paura e per il dolore. Quindi svenni. Constatai con angoscia che aprire gli occhi ancora una volta non serviva. Ma l'angoscia aumentò esponenzialmente quando capii che adesso anche la mia bocca era costretta da qualcosa che la bloccava. Cercaii di calmarmi perchè mi resi conto che, presa dalla paura, rischiavo di soffocare. Capii che la posizione delle mie gambe era cambiata. Adesso erano costrette più in alto in modo tale che la mia vagina fosse completamente accessibile. Sentivo l'area intorno alle cosce bagnata, ma non riuscii a capire se era per il sangue delle mestruazioni o perchè il mio corpo aveva ceduto al bisogno di urinare. Mentre alcune ...