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L'hangar
Data: 29/08/2020, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Eru
... paese che lo indicano e ridono a crepapelle, Kevin in prima fila. Preferiva evitare.Quel giorno, Marco era passato accanto all'hangar per caso. Quando lo vede, però, sente una fitta allo stomaco. L'hangar. Peccato, pensa, non saprà mai che cosa c'era veramente lì dentro. Pazienza, prima o poi la gente si annoierà e smetterà di parlarne, e allora potrà smettere di annuire e ridacchiare. In fondo, probabilmente tutti in paese sono nella sua stessa situazione: fingono di sapere ma non hanno idea. Magari nessuno sa davvero cosa c'è nell'hangar. Si dà dell'idiota: ma che cosa ci può essere in un vecchio capannone abbandonato? Niente, è ovvio! O no?Si accorge di aver rallentato l'andatura. Così, tanto per, dà un'occhiata all'orologio sul cruscotto della macchina. Le due e un quarto. L'ora più calda. Potrebbe davvero andare a vedere. Sente il battito del cuore accelerare. Fa davvero caldo... Sta sudando nonostante l'aria condizionata. Che stupido a ridursi così per la mera possibilità, per l'occasione che ha di scoprire, di vedere se davvero... se c'è qualcuno... qualcuna...Accosta, si ferma. O ci va adesso, o non ci andrà mai più. Per tutta la vita si chiederebbe cosa c'era nell'hangar, cosa sarebbe sarebbe successo se quel giorno, per una volta, avesse avuto coraggio. Se avesse fatto qualcosa di rischioso, di grande.Scende dalla macchina. Guarda avanti e indietro, la strada è deserta. In fondo, non sta rischiando molto. Può tornare indietro in qualunque ...
... momento, nessuno lo può costringere. Darà soltanto un'occhiata, tutti qui, vedrà che non c'è nessuno e se ne andrà. E se poi qualcuno arriva, può sempre inventarsi una scusa, o nascondersi, o alla peggio scappare. Ma poi, di chi o cosa dovrebbe aver paura? Se c'è qualcuno, se c'è una prostituta, le parlerà tranquillamente, le dirà di non essere interessato e tanti saluti. Che può fargli?Attraversa la strada e cerca un passaggio tra le frasche. Lo trova, c'è una sorta di varco in mezzo ai cespugli. L'hangar è lì, in pieno sole, a pochi passi. Avanza, il cuore accelera. Può sempre tornarne indietro, si ripete, può sempre andarsene, è ancora in tempo...è giunto al portone. Da dentro, non si sente nessun rumore. Nei dintorni, nessuno, a parte le cicale. Se Kevin e i ragazzi fossero lì, se ne sarebbe accorto... no? Mica seguono i suoi movimenti, non potevano sapere in che giorno Marco ci sarebbe andato, giusto? Per sicurezza, si guarda dietro: le frasche, la strada e la macchina. Nient'altro.Mette una mano sul portone, e quello si apre cigolando. Si immobilizza, lasciando la porta semiaperta, aspetta un rumore, un segnale di pericolo. Passa un minuto, sente il cuore segnare i secondi, ne passa un altro, niente. O la va o la spacca, si dice. Entra.La luce dal portone alle sue spalle illumina un ambiente spazioso e placidamente vuoto. Sotto ai suoi piedi, il cemento; ai lati, alte pareti di lamiera intaccate dalla ruggine. Da fuori continua ad ...