1. Viaggiando


    Data: 04/12/2017, Categorie: Etero Autore: Kursk, Fonte: Annunci69

    ... chi fosse, Marco aveva ricominciato a parlare, ma di calcio questa volta.
    
    La mia mano fu trasportata con gentilezza sopra il mio sesso che tranquillamente stava vivendo la sua permanenza nei miei slip, come tutti i giorni. La mano premeva sulla mia posata sul mio sesso, io cercavo di stare tranquillo, ma il buio, e la presenza delle due ragazze, mi stavano facendo venire mille idee, sentii la mia asta ingrossarsi, sia a sensazione che sotto le mie dita premute dalla mano, che io speravo essere della mia vamp in vestito corto. Sentii delle dita cercare tra le mie un modo di arrivare ai bottoni che chiudevano ciò che in realtà sembrava voler uscire dai miei pantaloni. Li trovarono, cercavo di parlare ma non riuscivo, come ipnotizzato da ciò che stava succedendo. Sentii chiaramente un tocco sul mio sesso, e non era il mio certo, ruvido, particolarmene forte. Pensai a Marco, la cosa mi eccitò a dismisura, lo sentivo parlare e non lo credevo possibile, ma mi piaceva. Le mie mani scesero lungo i miei fianchi, ed erano sole, la mia ...
    ... patta si apri, ed una mano morbida avvolse il mio sesso, calda e sensuale. Cazzo, qualcuno mi stava toccando al buio ed io non sapevo ancora chi era. La mano liberò le mie prigioni e sentii la mia asta distendersi in avanti, subito pronta ad essere accolta prima da una mano che inizio a massaggiarla lentamente, e poi da una bocca. Il silenzio era rotto solamente dall'allarme del ascensore. Un bocca vorace, mi leccava, succhiava, due labbra mi massaggiavano vigorosamente. Volevo fermare tutto, non volevo continuare, in questo pensiero venni, stentando a rimanere in equilibrio sui miei piedi.
    
    La mia assenza fu compensata da due mani che provarono a rimettere tutto a posto riuscendoci. Dopo pochi istanti Marco riprese a parlare, si accese la luce e l'ascensore partì.
    
    Erano passati solo 10 minuti. Ed io avevo ricevuto un pompino da una persona tra quelle tre, che non riuscivo a riconoscere. La gatta mi guardava sorridendo, Marco anche.
    
    Fu con questo in testa che presi la mia strada per andare alla stazione...
    
    Dedicato a Whitecat. 
«12»