1. I racconti della piantagione, 2: mio padre.


    Data: 02/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: beast

    Luisiana, 1865, avevo presto scoperto di non essere l’unico in famiglia ad apprezzare la pelle nera. La mamma era morta da cinque anni ormai, e papà poteva finalmente sollazzarsi con i suoi negretti esenza paura di venir scoperto. Era un uomo di mezza età, alto e muscoloso, il corpo coperto di una fitta peluria biondo-rossiccia, il bel volto squadrato era ornato da un paio di baffoni che si incurvavano verso l’alto, come usava la moda, dettata come sempre dall’Europa, in quel volgere del diciottesimo secolo. Li faceva entrare di nascosto in casa, la servitù, tutta di colore ovviamente, sapeva benissimo cosa succedeva di giorno in studio o la notte in camera da letto, ma faceva finta di nulla anche se lo trovavano aberrante e contro natura, ma il padrone era pur sempre il padrone e nessuno osava protestare. Inoltre anche nelle baracche degli schiavi, i maschi più anziani e più robusti ogni tanto si prendevano le loro libertà con i nuovi arrivati, per cui… Avevo quattordici anni, la prima volta che avevo spiato di nascosto mio padre mentre giaceva con uno schiavo, ed ero rimasto scioccato, ma poi la consapevolezza di non essere il solo appassionato di quella carne color cioccolato, mi aveva reso molto più sereno e finalmente non temevo più di essere pazzo o malato e comunque sapevo di non essere più il solo. Da allora avevo fatto in modo di tenere d'occhio il mio vecchio in modo da poterlo guardare, non visto, tutte le volte che fotteva con qualche negro, lo spiavo dalla porta ...
    ... socchiusa dello studio, dove ogni tanto ne faceva entrare uno nella pausa pomeridiana o da una fessura nella parete che divideva le nostre due camere da letto, lo spiavo e mi toccavo eccitato e un po’ invidioso. Ripensando al passato, cominciai a capire quali fossero le sue reali e segrete motivazioni, quando a volte, al mercato degli schiavi, dopo lunghe e attente verifiche sceglieva un ragazzetto all’apparenza troppo giovane e magrolino piuttosto che un altro molto più robusto e più adatto al duro lavoro dei campi. Lui infatti, al contrario del sottoscritto, che ero attratto dai negri più maturi e nerboruti, preferiva ragazzi decisamente più giovani e minuti. E devo ammettere che il contrasto del loro esile e liscio corpo nero contro il suo massiccio corpo bianco e peloso, in effetti era molto eccitante. Quando un nuovo giovane acquisto arrivava alla nostra proprietà dal mercato degli schiavi, veniva portato in una baracca laterale e preparato con cura dalle schiave di famiglia per la prima notte con il padrone, lo facevano entrare in una enorme tinozza piena di acqua bollente e lo strigliavano per bene, gli rasavano la barba, nel caso ne avesse già un po’, poi lo massaggiavano con una crema a base di oli profumati e gli facevano indossare una specie di perizoma di lino bianco. Quando mio padre, dopo aver fumato uno dei suoi Avana nello studio passava in camera da letto, lo trovava pronto e legato ad una delle robuste colonne di legno chiaro che sostenevano il baldacchino ...
«123»