1. Ciclismo


    Data: 08/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: sergio_f

    Sta arrivando l'autunno e bisogna approfittare degli ultimi weekend caldi per andare a spasso.
    
    Niente di meglio di un bel giro in bicicletta per le montagne.
    
    E' domenica, sono le 11. Pantaloncini, divisa, scarpette, casco, bici da corsa. Parto. Destinazione Lanzo, salita di Corio. 40Km di falso piano e poi si sale.
    
    Ovviamente in salita c'è tempo di pensare, meglio se di cose che distraggano dalla fatica. E' da un po’ di tempo che non organizzo una scopata con qualcuno. Le coppie non si trovano, ma qualche singolo a cui fare una pompa magari... ad agosto mi è capitato di conoscere un bravo ragazzo con un cazzo molto grosso; peccato che non ci siano state altre occasioni.
    
    Pensa, pensa… e mi viene una certa voglia; magari quando torno a casa mi faccio una sega.
    
    La strada è ancora lunga, ma la voglia sta crescendo; azzardo un'idea: non sarebbe male l'idea di fermarsi da qualche parte...
    
    L'ipotesi mi piace; sento il cuore pulsare, ma questa volta non è la fatica.
    
    La discesa è finita, esco dall'ultimo centro abitato dopo il quale inizia un tratto in pianura di cinque chilometri in mezzo a prati, vigne, cascinali. Quasi tutto rettilineo.
    
    Ogni boschetto sembra invitarmi ad entrare. Passando li osservo e cerco di immaginare se possano essere posti adatti, sufficientemente protetti.
    
    In verità non è che la privacy mi interessi particolarmente, l'esibizionismo mi eccita. Quindi basterebbe un posto un po’ appartato dove appoggiare la bicicletta e tirare fuori ...
    ... il cazzo.
    
    Incrocio qualche stradina sterrata che si inoltra nei prati ma non è adatta alla bici da corsa; peccato. In ogni caso è troppo vicina alle cascine.
    
    Oh, ecco il posto: due grossi e grovigli di fitti cespugli e alberi che costeggiano la strada e in mezzo una sterrata che si perde nel prato sottostante.
    
    Si vede che è poco frequentato perché c’è parecchia erba. E’ ideale. Lo passo velocemente. Mi fermo, non mi fermo… dai: mi fermo.
    
    Sulla strada non c’è nessuno e nessuna macchina, d’altra parte è l’ora di pranzo di domenica. Torno indietro, scendo dalla bici, verifico. Il posto è adatto. Spingo la bici avanti per dieci metri e vado dietro al primo cespuglio. Davanti ho un bellissimo prato che finisce con una collina. Effettivamente non c’è anima viva. Nel frattempo sulla strada passa un auto; non mi vedono, quindi va bene.
    
    Ok, non resisto più. Tolgo casco e guantini. Cerco di tirare fuori il cazzo, ma la salopette da ciclista è poco pratica. Per abbassare i pantaloncini devo prima togliere la maglietta. A questo punto resto solo con i pantaloncini. Fatto trenta facciamo trentuno: tolgo anche quelli e resto nudo. Finalmente ho il cazzo in mano ed è durissimo; che piacere finalmente smanettarlo.
    
    Dopo qualche minuto noto che c’è un trattore che si muove. E’ molto distante ma forse è meglio capire se si avvicina. Per vedere devo tornare verso la strada. Cosa faccio, mi rivesto? Beh… è un casino… tanto praticamente le macchine che passano sono rarissime; ...
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