1. Le vuoi le autoreggenti?


    Data: 06/12/2017, Categorie: Etero Autore: Lee

    ... e i tuoi immancabili Ugg ai piedi. A ripensarci un abbigliamento non proprio da ufficio. Finalmente arriva la telefonata che aspettavo dalla Germania, sai quanto è importante e sai soprattutto quanto devo concentrarmi per comunicare in inglese. Sono seduto sulla mia poltrona che prendo appunti e non mi accorgo che sei dietro di me “adesso sono cazzi tuoi” mi sussurri nel orecchio libero. Sobbalzo. Inizi ad accarezzarmi da dietro. Sento il tuo respiro sul collo e i capelli che ricoprono la mia testa intanto le mani accarezzano il mio petto. Slacci qualche bottone della camicia e intrufoli la mano. Mi accarezzi. Ho i brividi e la concentrazione inizia a vacillare. Mi fai girare, mi slacci i pantaloni, li abbassi e mi accarezzi il cazzo da sopra i boxer. Hai deciso di farmi morire. Con la mano libera cerco di accarezzarti, mi scansi e ti metti in piedi davanti a me. Alzi il vestito con una studiata perversione e inizi a strusciare i tuoi collant sui miei boxer. Il contatto è fantastico, i nostri sessi si bramano, si desiderano. Il respiro è sempre più affannato. Tu sarai un lago e io ormai non capisco più nulla di quello che mi stanno dicendo. Cerco di finire la telefonata, almeno per salvare le apparenze. Finalmente riesco a liberarmi, poso il telefono e ti abbraccio. Il tuo sguardo cambia da predatrice a preda. Ti faccio appoggiare le mani alla scrivania e abbasso i collant e le mutande in un unico gesto. Bramo il tuo sesso, voglio perdere le mie dita all’interno. Sei ...
    ... fradicia. Mentre ti masturbo spingo i il mio bacino sul tuo culo, voglio che senti bene in che stato mi hai ridotto. La tua mano si insinua nei boxer, inizi a toccarmi lentamente senza abbassare le mutande. Sai che se lo fai poi succederà l’inevitabile. E tu non vuoi. Non vuoi essere scopata in ufficio, non è un Nostro posto, sai che ci sono state altre prima di te, te l’ho raccontato io. Questo non puoi sopportarlo, i nostri posti devono essere unici. Ma oggi è diverso, sarà la situazione, o non so che altro ma siamo due animali istintivi. La fame che ci divora deve essere placata. Mi abbasso i boxer e inizio a strusciare il cazzo attraversando le grandi labbra e così inizio a masturbarti con un avanti indietro lento. Mi voglio gustare ogni istante del tuo calore. Intanto le mie mani non ti danno tregua. Passano da un capezzolo al clitoride. “No M., non voglio” balbetti tra un gemito e l’altro. “Non ti sto scopando” sussurro. Intanto il tuo culo spinge sempre di più. Perfidamente ti allargo la figa e intanto continuo a masturbarti con il cazzo. “noo, ti prego” la voce rotta, “nooo ti prego” continui a ripetere. E intanto il tuo bacino asseconda i miei movimenti. Ti spingi sempre più avanti fino a puntare la cappella all’ingresso del tuo piacere. “non voglio” continui a contraddirti gemendo. La cappella è lì davanti, mi fermo. Sento che la tua figa mi sta per inghiottire. Trattengo il respiro, sono immobile. Devi volerlo te. Con una lentezza estenuante sento che il tuo bacino ...