Io, mia moglie e i Trans
Data: 23/09/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Sesso di Gruppo
Trans
Autore: antonio-fusco
... pene per una metà tanto da toccarmi la gola, sentivo la sua cappella vibrare, facendomi capire che dovevo muovermi su e giù. Presi ancora le sue palle e le massaggiavo ad ogni affondo, le sue mani non stavano ferme, mi accarezzava la testa, le sentivo scendere sulle mie spalle e in un movimento più prolungato si infilo nei miei pantaloni da dietro e mi toccò il culo, l'altra mano mi teneva la testa sul cazzo. Dopo avermi aperto il solco tra le chiappe mi infilò il dito medio nell'ano facendomi un po' di male, iniziò a muoverlo dentro e fuori allo stesso ritmo che avevo io sul suo cazzo. Il dolore si trasformò in piacere, lui aumentò il ritmo del suo dito e mi fece capire di andare più veloce con la bocca, il suo respiro era diventato affannoso, all'improvviso uno spruzzo di liquido caldo e denso mi arrivò in gola era molto salato, poi ne arrivarono altre 4 o 5 riempiendomi la bocca tanto che un rivolo bianco mi scendeva dall'angolo delle labbra. Ingoiai tutto la sua eiaculazione. Mi tolse con il dito lo sperma che avevo sulle labbra e lo rimise nel mio ano, lo sentii tutto bagnato e caldo dandomi piacere tanto che venni pure io. Le mie contrazioni facevano stringere lo sfintere sul quel dito aumentando il godimento.Non lo rividi più.Ancora oggi andando al cinema ho sempre la speranza di ripetere l'esperienza.Dialogo di una donna solaSorrido mio caro, lei non mi vede ma sto sorridendo, se penso che cerco soltanto l’amore, l’ardore che spegne, che brucia ...
... quest’insoddisfazione perenne che mi travolge ogni volta che rimango da sola e mi porta in fondo ad ogni vicolo stretto dove non posso fuggire, dove all’imbrunire un fascio di luna punta la luce dalle parti del seno.Alle volte mi domando quanto può ancora andare avanti, quanto mio marito tenga ancora lento questo guinzaglio. Chissà se immagina quanto di giorno mi sfogo, su quale ghiaia genufletto le gambe, sotto quale pioggia mi metto a carponi infangando il cognome che porta, questa casa e sua madre che ogni sera mi chiama.Mi parla del tempo che fa male alle ossa, senza sapere che sua nuora passa i giorni per strada carpendo ogni minimo segno per tradire suo figlio, per sentirlo pieno di corna nella bocca di altri, nelle parole avide che ripetono il gusto di farsi una moglie.Lei parla ed io l’ascolto, ma mi verrebbe da dirle che i miei vestiti sono sempre di seta, che comunque anche puttana mi sento signora, che il più delle volte porto un cappello che mi copre la fronte e due labbra che ad ogni sguardo socchiudo perché sia chiaro che l’amore che chiedo ha già in cambio una culla, il posto più caldo dove accovacciarsi per fare le fusa.Mio caro, anche questa giornata non è passata per nulla, questi seni che lei non conosce hanno dato il meglio che l’anima chiede. Erano belli quanto un ramo di pesco in germoglio, quanto un’adolescente che s’atteggia a signora. Nudi sotto una nuvola sparsa aspettavano il vapore di una bocca qualunque, il fremito d’una mano che tocca per il tempo che non è mai ...