1. Mohamed e gli altri - parte 4


    Data: 26/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: cumonface

    Non riuscivo a credere a quello che era successo ma soprattutto a quello che ero stato capace di combinare in meno di 48 ore. Fu un insieme di pensieri, non sempre bellissimi. Se da un lato mi sentivo sollevato dal non dovermi più sbattere a cercare una stanza, dall’altro mi domandavo ripetutamente se stessi facendo o meno la cosa giusta. Come potevo essermi ficcato in un simile guaio e – soprattutto - come uscirne?!? I ragazzi non avevano colpa e questo era chiaro: nessuno mi aveva forzato a fare cose contro la mia volontà. Forse avevano ragione loro: non sono altro che una puttanella ed evidentemente era questo quello che avevo trasmesso loro. Mi era piaciuto, no? E dunque, perché lamentarsi? Avevo goduto, giusto? E lo stesso valeva per loro, no? A che mai serviva farla ora tanto lunga? Furono questi in sintesi i miei pensieri. A dirla proprio tutta, una preoccupazione più di altre ce l’avevo: quello che era successo con Mohamed la notte prima poteva anche starci, ma che io – a distanza di poche ore – mi fossi fatto sbattere in quel modo da Youssef come la peggiore delle cagne…. beh, ecco! … questa cosa non riuscivo ad elaborarla facilmente. Per fortuna, sapevo già che Youssef a breve sarebbe uscito per andare forse in palestra o qualcosa del genere – mi era sembrato di capire. Lo sentivo fare avanti e indietro tra la sua camera e il bagno, tra uno scroscio di acqua corrente e qualche porta che sbatteva. Mi ero nel frattempo rimesso a letto, … sdraiato, quasi immobile, ...
    ... con mille pensieri per la testa ma soprattutto con in bocca ancora il sapore di sborra. Prima di uscire, già bello pronto, vestito e profumato, Youssef entrò in camera mia.
    
    Lo vidi avvicinarsi con fare maschio, poggiare il borsone a terra, montare da piedi al letto e infilarsi tra le mia cosce, senza proferire parola. Con un movimento secco, me le allargò, andando a sedercisi in mezzo. L’attimo dopo, infilò le dita sotto lo slip, spostandolo e arrivando dritto al mio buco, ancora bello largo. Feci un sobbalzo e fu un attimo che cominciai a gemere dal piacere. Non me l’aspettavo: mi aveva infilato prima uno, poi due e poi tre dita dritte nel culo! Lui non poteva saperlo ma questa cosa è per me da sempre una delle robe in assoluto che più mi fanno godere!
    
    “Che c’è non ti piace, troia?” – fece Youssef, vedendomi dimenare in maniera eccitata – “senti come sei larga! Ti ci ficco tutta la mano, tanto so che c’entra”. E mentre diceva questo, spingeva le dita nel mio culo talmente bagnato da sembrare una figa. “Dimmi che ti piace, cagna! Sei proprio una lurida puttana!” – con un movimento della mano sempre più forte da farmi impazzire! Lui me le gridava in faccia queste cose e quanto più mi vedeva gemere tanto più mi sgrillettava con forza.
    
    Non riuscivo proprio a resistere. Youssef aveva trovato il mio punto debole ed ero assolutamente in suo possesso. “Ti prego, continua! Non fermarti! – era tutto quello che potevo dirgli, mentre sollevavo le cosce e spingevo il bacino per ...
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