1. Palestra romana


    Data: 30/09/2020, Categorie: Lesbo Autore: Ana2, Fonte: EroticiRacconti

    Sotto la doccia degli spogliatoi, lei è lì, nuda, perfetta, con il seno piccolo all’insù, leggermente a pera, e i capezzoli rigonfi. La carnagione scura, gli occhi scuri, i lunghi capelli neri raccolti in una treccia. Passa una mano in mezzo alle natiche, e insapona l’ano con volgare sensualità, poi alza il culetto con inaspettata leggerezza dei movimenti, e divaricando le due parti, lascia scorrere l’acqua calda in mezzo. Io rimango a fissarla, lei mi lancia qualche occhiata. Deve avere occhio e croce diciannove anni, sono sicura d’averla già vista da qualche parte, ma è da poco che sono trasferita momentaneamente a Roma per lavoro, e non sto riuscendo a capire chi sia. “Haò, che c’hai ancora parecchio de fissà?!” I suoi occhi adesso si bloccano sui miei. Il suo tono scontroso e l’aria di sfida mi fanno avvampare. Provo vergogna, ma sono comunque attratta dalla sua immagine. Non rispondo, rimango lì, lei scruta attraverso il vapore, poi si irrita ancora di più. “A ma a te te conosco! Te sei a madre de l’amica mia” Continua lei, mettendomi quasi nel panico mentre si avvicina. “Che te guardi? C’hai problemi perché so lesbica? Guarda che a tu fija nun ja lecco popo” Comincia a tirare conclusioni affrettate, io sono ancora lì immobile sotto il getto d’acqua. “E poi so na lesbica, mica so troja. Che c’hai per caso quarcosa contro?!” Accorcia le distanze, poco più bassa di me, mi fissa come un mastino negli occhi, severa, dura e arrabbiata. La sua mano si insinua tra le mie ...
    ... cosce , andando poi ad afferrare la mia vagina in un tentativo di sottomissione ,mentre le sue pupille non si staccano dalle mie. “Eh?! Te farei cambià idea a te piuttosto, che poi voi bigotte siete pure più mignotte de noi artri” . Il cuore palpita, la mente dice di contenermi e mantenere la calma, la figa si bagna spropositatamente appena lei scava con il dito medio. Mi avvicino al suo orecchio lentamente, con molta calma gli metto una mano in testa. La mia voce è un sussurro “zitta e leccamela!” La accompagno verso il basso come se stessi premendo un pulsante a forma di umano. La sua sicurezza viene meno. La sua posizione di vantaggio si è mutata in una curvatura della schiena, che le consente di affondare le sue labbra sul mio seno, mentre le mie dita sfiorano finalmente il suo, entrambe veniamo scosse da un brivido lungo la schiena, lungo le braccia, nel ventre. Accarezzo la sua mandibola, poi con l’indice sotto il mento, le sollevo il capo, afferrandole con l’altra mano i capelli. Presa dolce ma sicura. Adesso la fisso negli occhi con la sua nuova maschera di stupore misto a supplichevole necessità di godimento. Le nostre bocche si incrociano, le nostre lingue parlano tra di loro, le salive si miscelano nella degustazione di quelle labbra che a momenti ci strappiamo via con goduriosi morsi di lussuria incontrollata. Il bacio prima del godimento puro, l’aperitivo nella quale i nostri corpi si incontrano accarezzandosi l’un l’altro come gatte in calore. I suoi capezzoli ...
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