1. Le mie prime masturbazioni - vecchi ricordi


    Data: 08/10/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: Chase90, Fonte: Annunci69

    ... eccellente orgasmo dovevo prolungare la masturbazione. Cosí continuavo a pedalare con il mio cazzo dritto e la mia cappella che spuntavano da un lato dei miei pantaloncini, facendo ogni tanto qualche sosta per dare un pó di respiro al mio uccello. Era troppo eccitante. Avevo il cazzo di fuori, ma nessuno lo vedeva perché coperto dalle mie cosce, o meglio..... quasi nessuno! Spesso ai semafori rossi mi fermavo accanto agli autobus. Dall'alto del mezzo ero sicuro che almeno qualcuno avrebbe notato il mio cazzo in erezione. Era impossibile non vedere quella enorme cappella rossa in mezzo alle mie gambe. Troppo spesso "sentivo" gli sguardi dei passeggeri sul mio uccello. Mi piaceva ed in fondo... li cercavo. Ma non li guardavo mai negli occhi, i miei "fan", non alzavo nemmeno lo sguardo. Sapere che il mio cazzo era al centro della loro attenzione, mi eccitava ancora di piú. Come lo sguardo delle automobiliste. Le donne al volante erano quelle che piú stimolavano il mio pisello! Ed io, comunque alle mie prime armi, le provocavo. Ogni volta che mi fermavo/affiancavo ad una di loro, abbassavo la gamba opposta al mio cazzo in erezione, per tenere in equilibrio la mia mountain bike. In poche parole, se il mio uccello dritto spuntava fuori al fianco della mia coscia destra, io abbassavo la sinistra, lasciando la visuale del mio pisello alla "lei" di turno. Insomma, un surrogato di scopata! In ogni caso, dopo questi spettacoli gratuiti, tornavo a masturbarmi sulla bici. A pedalare, a ...
    ... strusciare il mio cazzo sulle gambe. L'aria che impattava sulla mia cappella, che si i filava nel suo buco, aumentavano la mia eccitazione. Fino a quando non arrivava il momento di sborrare, di venire e liberarsi di quel carico di sperma accumulatosi nelle palle. Anche quello, schizzare, non é facile da descrivere. Bisognerebbe provarlo almeno una volta nella vita. Ogni pedalata una sega, ogni sega un goccio di sperma in piú nelle mie palle lungo il mio cazzo. Fino a quando il mio uccello non liberava tutto il piacere accumulato in quella lenta ma elaborata masturbazione! La sborrata, l'orgasmo, arrivava in movimento mentre ero in bici! Con la cappella che spuntava fuori dai miei pantaloncini corti, vedevo gli schizzi di sperma davanti a me. Una pedalata, una sborrata dritta sull'asfalto. Un'altra pedalata, un'altra schizzata sulla strada per tre, quattro cinque volte. Qualche volta il mio cazzo, la mia cappella, non trovava spazio davanti a sé, cosí le sborrate finivano prima sulla mia coscia e poi lungo la mia gamba. Sentire quella crema calda scivolarmi addosso, era una sensazione da infarto. E sapere che stavo venendo davanti a tutti, a loro i saputa, mi eccitava ancora di piú. Spesso tornavo sui miei passi, sul percorso appena effettuato, per vedere il terreno, l'asfalto, che avevo appena bagnato.
    
    Ma anche quando andavo al mare, per la mia etá, provocavo e cercavo nuovi stimoli per il mio pisello. Il costume lo acquistavo sempre da solo, con un occhio attento al modello ...
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