1. A teatro


    Data: 11/10/2020, Categorie: Sensazioni Etero Autore: Cespuglio, Fonte: RaccontiMilu

    Era San Valentino, era il 14 febbraio, e io ero single. Suonavo al teatro Ponchielli di Cremona con un�orchestra, ero il primo violino, la spalla, e dovevo darmi da fare.Dall�altra parte del palco, di fronte a me, c�era il mio ex ragazzo a suonare il contrabbasso. Eravamo diventati ottimi amici dopo tutto quello che era successo l�anno precedente e ora eravamo capaci di tenerci testa a vicenda e a provocarci in ogni modo. Mi sedetti al mio posto sul palco, il sipario ancora chiuso, lo osservai sorridendo, in giacca e cravatta era stupendo e rabbrividii di piacere a pensare a ciò che era successo quella mattina, quando gli avevo chiesto se mi faceva provare a suo-nare il suo strumento. Mi aveva lasciato in mano il suo con-trabbasso mentre mi mettevo a ridere dato che la mia moderata altezza mi impediva quasi di arrivare a tenere le dita nella posi-zione giusta e si era posizionato dietro di me con la scusa di aiutarmi. Una manciata di secondi dopo mi faceva sentire la sua erezione appoggiata al mio sedere ben fatto. Continuò intanto a spiegarmi come dovevo muovermi e cosa dovevo fare, fingendo che tra noi ci fosse una distanza minima di un metro o più, mentre i restanti 70 elementi dell�orchestra non si erano accorti assolutamente di nulla. La stessa cosa era successa una mezz�oretta prima, dove avevo sentito ancora di più la sua pre-senza in quanto indossavo un corto vestito scollato e aderente, e non i jeans. Eravamo perfettamente complici, e non vedevo l�ora di capire se ...
    ... ci fosse stata una mossa successiva, dopo il concerto.E ci fu.Mentre infatti mi dirigevo verso i camerini a concerto finito mi incrociò:�Poi vieni nel mio camerino.�Il mio corpo era in subbuglio, lo volevo, lo volevo tantissimo. Annuii quasi impercettibilmente, non volevo che tutti sapessero che cosa stava succedendo tra noi. Andai velocemente nel ca-merino che dividevo con altre due violiniste, mi sistemai, presi il mio cappotto senza indossarlo e frettolosamente uscii nel corridoio dirigendomi verso il suo camerino che era dalla parte opposta del mio.Aprii la posta senza bussare, divideva il camerino con un altro ragazzo, il batterista, ma io non mi ero accorta del foglio attac-cato alla porta. Appoggiai con finta noncuranza il violino per terra, e guardai il mio ex ragazzo:�Beh, sono venuta a salutarti�� Dissi quasi per giustificarmi.Il batterista salutò, capendo i nostri sguardi, e si congedò n fret-ta, quasi compiaciuto dalla complicità che vedeva nei nostri occhi, chiudendosi la porta alle spalle. Eravamo soli.Finalmente.Mi avvicinai a lui, l�unico rumore era quello dei miei tacchi sul pavimento.�Complimenti per il concerto.� Gli dissi con voce suadente, sussurrando all�orecchio. Gli sfiorai il collo con la mano destra, poi lo spogliai della giacca e mi avviai a slacciargli la cravatta, mentre lo guardavo negli occhi. Si avvicinò di più a me e ini-ziammo a baciarci, la sua giacca, la sua cravatta, la sua camicia, erano ormai sul pavimento.Finalmente appoggiò le mani sul ...
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