1. Racconto a puntate pt. 5 - fine


    Data: 15/10/2020, Categorie: Etero Autore: Aletheia, Fonte: EroticiRacconti

    I fulmini illuminavano le finestre aprendo gli occhi dell'oscurità. I tuoni facevano tremare i bicchieri di cristallo, vetro contro vetro sulla scrivania in disordine. La pioggia si stava abbattendo sulle ampie vetrate dell'ufficio: tra gli ululati del vento, là fuori, era scoppiata una piccola apocalisse. Il cielo aveva atteso il favore del buio. E così aveva fatto lui. Dalla strada forse si poteva vedere ancora un quadratino di palazzo illuminato. Dalla costruzione difronte, se fosse stato possibile, probabilmente si sarebbe potuto vedere qualcosa in più. Ma così non era stato. Nessuno aveva visto niente. Né il momento in cui la registrazione era finita. Né quando Leonardo mi si era avvicinato, mi aveva preso per mano e mi aveva fatto sedere vicino a lui, sul sofà di quello strano studio privato. Mi aveva posato la mano s'un ginocchio e l'aveva fatta scorrere all'interno della coscia destra, tirando su il vestito fin dove le calze si univano tra le gambe: forse, per un attimo fu deluso di non trovare delle autoreggenti, ma non si fece problemi. Le tirò quel tanto che bastava a sollevarle dal mio sesso, le uncinò con le dita e con un colpo secco le strappò, creandosi lo spazio per accedere alle mie mutandine. «Ti piace così, vero?» mi strizzò un capezzolo e io lo lasciai fare. Mi aveva detto che nell'armadio vicino alla porta c'erano i giochi: li aveva tirati fuori tutti da lì, alcuni dalle mensole in alto, altri da quelle in basso. Le pareti interne erano bianche, ...
    ... illuminate dalla luce fredda di un led a movimento che si accendeva appena veniva aperta la porta. Rimaneva poi acceso per circa un minuto dopo che essa veniva richiusa, creando una cornice di luce che usciva dalle fessure. Dentro c'era odore di pulito. Non riuscivo a vedere sulle mensole più alte, ma ai ganci lungo la parete interna stava appesa una serie di accessori dalla funzione molto chiara: frustini, palline cinesi di diverse dimensioni, collari, strap on di vario calibro... Una quantità inverosimile di cose ne ricopriva poi il fondo, suddiviso in quattro scatole di plexiglas trasparente. La prima era occupata da cazzi di gomma, legno, plastica, delle più varie dimensioni: alcuni erano impressionanti e osceni, con tanto di testicoli che immaginai sbattessero in modo strano contro la carne quando mossi con vigore. La seconda conteneva ciò che all'inizio scambiai per foulard ben ripiegati, una serie di pezzi di stoffa con caratteristiche diverse al tatto: seta, cotone, velluto, feltro, lana, persino un panno ricoperto di paillettes nere e uno con delle fredde borchie argentate. La terza scatola raccoglieva alcuni barattolini di vetro di cui ignoravo il contenuto: sembravano piccoli barattoli di marmellata, senza etichetta e abbastanza anonimi, di vetro bianco opaco. La quarta scatola era ricolma di fotografie a colori di donne che stavano masturbandosi: tutte avevano la stessa espressione rapita di piacere, alcune tenevano gli occhi chiusi mentre si penetravano con due dita, ...
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