1. Racconto a puntate pt. 5 - fine


    Data: 15/10/2020, Categorie: Etero Autore: Aletheia, Fonte: EroticiRacconti

    ... altre guardavano dritto nell'obiettivo mentre si divertivano con un dildo. Tutti quegli oggetti se ne stavano lì, con la pazienza indifferente delle cose che sanno che prima o poi tornerai a cercarle, tutte disposte sull'attenti, tenute in ordine, pulite, funzionali. Nell'angolo più in fondo dell'armadio c'era un piccolo armadietto nero, alto più o meno un metro e largo poco più di 30cm. Ad attirare la mia attenzione in modo quasi ipnotico fu il lucchetto argentato che ne impediva l'apertura: volevo vedere cosa custodisse. «Ah, no, Aletheia: quello è chiuso a chiave, mi dispiace... Ma se sarai brava ti farò vedere cosa contiene. Ora però vieni qui... Giochiamo.» Non saprei dire quando i miei indumenti persero l'ultima traccia di calore. Mi fece spogliare, completamente nuda: non sono brava in queste cose, ma lui godeva del mio imbarazzo. Nel momento in cui la prima goccia di cera rovente cadde morbida sulla mia pelle, ogni domanda perse importanza. Faceva male, ma per ogni goccia che si solidificava e raffreddava, un'altra mi usciva fluida e calda da dentro. Tutto cambiava in continuazione: i confini tra bene e male, tra piacere e dolore, non erano più così netti, condensati in una nebbia in cui si disperavano colori e forme. Trattenendo il respiro era possibile sentire il ghiaccio sciogliersi nei bicchieri e lo sfrigolio della fiamma sullo stoppino. La sua eccitazione era ormai impossibile da ignorare. Posò la candela s'un piattino e prese qualcos'altro. «Vediamo se ti ...
    ... piace questo qui» disse soppesando tra le mani un vibratore telecomandato piuttosto grosso. «Scherzi vero?» «Certo che no... Ho bisogno che ti resti ben dentro mentre facciamo la seconda prova orale...» Mi passò una mano tra le gambe e comprese che non c'era alcun bisogno di lubrificarmi: mi aveva stretto i capezzoli, sculacciato e sottoposto a preliminari di ogni tipo, ero un lago. Si calò i pantaloni, mi fece inginocchiare davanti a lui e me lo puntò sulle labbra mentre mi teneva per i capelli. Lo feci entrare tenendolo stretto: scendevo lentamente sulla punta e nell'incavo di pelle delicata che separava l'inizio dalla sua fine, feci passare la lingua per assaggiarlo. Risalii, per scendere ancora, questa volta un po' di più, come aveva fatto lui per abituarmi a quella cosa che ora regolava con il telecomando, ben stretto nella mano sinistra. Gli piaceva, me lo diceva il suo bacino che si muoveva al ritmo della mia bocca. Voleva che non smettessi, appena rallentavo mi esortava con una scarica di vibrazioni. Pensava di umiliarmi, eppure io lo stavo torturando: avrei potuto andare avanti così ancora per molto, non aveva idea di ciò di cui ero capace. Lo guardai negli occhi, i suoi erano socchiusi e guardavano qualcosa che non esisteva davvero. Afferrai la base del suo sesso con la mano e iniziai a muoverla insieme alla mia bocca: spingevo in giù, sentivo la pelle tirarsi sulla mia lingua. Leonardo ansimava, sembrava sul punto di perdersi per sempre. Il primo schizzo arrivò in ...