1. Cena di lavoro (Parte 1)


    Data: 19/10/2020, Categorie: Feticismo Autore: Jimpoi, Fonte: EroticiRacconti

    Rossana stava piangendo a dirotto stesa supina sul suo letto. “È proprio uno stronzo!”, pensò arrabbiata e delusa. Era stata insieme a Samuele per 7 anni, da quando lei ne aveva 17 e lui 18, poi l’aveva lasciata di punto in bianco senza spiegazioni e il giorno dopo si era messo con un’altra. Dopo una settimana Ross, come la chiamavano tutti, iniziò a calmarsi un po’ e anche sul lavoro non era più così distratta. Faceva l’impiegata nell’ufficio di un grande impresario edile da quando era uscita dalle superiori e si trovava molto bene. Non voleva perdere il lavoro, soprattutto a causa di quello “stronzo”, come ormai lo chiamava sempre. Piero, il suo datore di lavoro, era un uomo sulla cinquantina che si era fatto da solo: aveva iniziato come manovale ed ora aveva un’impresa con 70 dipendenti, che in tempi di crisi era rara e difficile da far andare avanti. Aveva modi bruschi e sgarbati, ma Ross era la sua preferita perché faceva bene il suo lavoro di contabile e non si lamentava mai. In più era una bellissima ragazza: era alta 1.73, capelli nerissimi e lisci, occhi verdi, terza soda di seno ed un sederino tondo da sballo, per non parlare delle gambe. Dopo un periodo in cui Piero le aveva fatto delle avance e Ross le aveva declinate educatamente, l’uomo aveva lasciato perdere, accontentandosi di guardarla. Un giorno, poco prima che finisse il suo orario di lavoro, Ross fu chiamata dalla segretaria di Piero nel suo ufficio. Capitava poche volte e non erano mai buone notizie. ...
    ... Entrò nell’ufficio del suo capo: «Mi ha fatto chiamare?». L’uomo la squadrò dalla testa ai piedi, quel giorno indossava un tailleur nero con la gonna che le arrivava sopra al ginocchio con sotto una camicetta bianca che lasciava vedere una parte del suo decolté perfetto, poi disse: «Si. Avrei bisogno di una mano con un… diciamo, cliente». «Certamente, cosa devo fare?», rispose disponibile Ross. «Vedi, quest’uomo può farci entrare in un bel giro di palazzi da costruire, solo che bisogna ammorbidirlo un po’. Una ragazza brava e bella come te è l’ideale». Ross aveva intuito di che tipo di aiuto aveva bisogno il suo capo e se fosse stata ancora con Samuele, avrebbe subito interrotto la conversazione, invece disse: «Se mi spiega meglio, le darò una risposta». Piero le aveva spiegato cosa avrebbe dovuto fare e Ross si era presa qualche giorno per pensarci su e alla fine aveva accettato. Non si sarebbe trattato esattamente di quello che si aspettava all’inizio. “Sarà un’esperienza divertente”, pensò la ragazza mentre si faceva la doccia e si depilava accuratamente e completamente il corpo. Si mise uno smalto nero sulle unghie di mani e piedi, indossò una vestitino leggero con la gonna ed uscì di casa. Arrivò al ristorante giapponese in perfetto orario, un’ora prima che arrivassero Piero e il cliente. Entrò dentro al ristorante, ancora vuoto e chiese al commesso dietro al bancone: «Buona sera, vengo per conto di Piero Canero». «Certo, prego venga pure di qua», le rispose cordialmente il ...
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