1. Dolcetti marocchini


    Data: 28/10/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: beast

    Torino, marzo 2018. Alcuni amici mi hanno consigliato una piccola pasticceria araba a Porta Palazzo, il mercato più grande della città, ci vado un sabato mattina, clientela eterogenea, italiani, magrebini, una coppia di turisti francesi. Dietro il banco una signora di mezza età un po’ in carne e un ragazzo sui vent’anni, un bellissimo ragazzo! Alto e magro, classico fisico da marocchino o forse tunisino, capelli neri, corti, folti, pelle scura, ma non nera, una via di mezzo, occhi neri e sguardo fiero, mi serve lui e come sempre mi metto un po’ a chiacchierare, faccio il simpatico, compro, pago, esco. Ci torno la settimana seguente, i dolcetti di pasta di mandorle sono piaciuti molto a mia moglie e mio figlio. Oggi la signora dell’altra volta non c’è, forse perché non è sabato. Lui è solo a servire, c’è parecchia gente e aspetto pazientemente il mio turno guardandolo un po’ di nascosto. Anche lui ogni tanto mi guarda, o almeno così mi sembra, o almeno così mi piacerebbe che fosse. Tocca a me, mi fa assaggiare un dolcetto al pistacchio, buono, lo mastico lentamente guardandolo, mi sorride, due battute simpatiche, parla bene la nostra lingua, deve essere in Italia già da un bel po’, magari è nato qui. Compro, pago, ringrazio, esco. Altra settimana, altro giro nella piccola pasticceria araba. I dolcetti di pasta di mandorle sono quasi diventati un’abitudine a casa nostra. A mia moglie piacciono molto e a me piace molto lui! Oggi i clienti oltre a me sono solo due, arriva il ...
    ... mio turno, dopo di me non è entrato nessun altro, siamo solo io e lui, mi passa un dolcetto, mentre lo prendo le nostre dita si sfiorano, un brivido. Anche lui pare abbia gradito il contatto, mi sembra che il suo sguardo sia particolarmente dolce. Mette i miei dolcetti nella scatola di cartone, pago, le mani si sfiorano nuovamente, mi sembra proprio che si soffermi a toccarmi, le sue dita sono calde, lisce, lunghe e affusolate. Dling! Entra un cliente, ritiro la mano, lui ritira la sua, mi sorride, gli sorrido ed esco. Passano solo tre giorni e sono di nuovo lì, a casa i dolcetti non sono finiti ma non potevo aspettare tutta un’intera settimana. Mi vede entrare e mi fa un gran sorriso. Quando tocca a me le sue dita si soffermano sulle mie meno del solito, ma posso capire, ci sono dei clienti arabi e probabilmente si vergogna, mi porge il pacchetto e mentre mi da il resto mi dice a voce bassa che la mia torta sarà pronta per l’ora della chiusura e di tornare per le tredici e trenta. Esco un po’ stordito, ma esaltato dalla piega che sta prendendo questa storia, non ci avrei mai sperato nemmeno da lontano. Gironzolo per i banchi del mercato aspettando che si faccia l’ora giusta, poi alle 13,30 esatte mi ripresento al negozio. Ci sono ancora dei clienti, lui esce da dietro il bancone mi passa di fianco come se non ci fossi e va ad abbassare la saracinesca a metà altezza, in modo da evitare che entri altra gente. A poco a poco gli ultimi avventori vengono serviti e se ne vanno ...
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