Normandia 1944 capitolo 4
Data: 10/12/2017,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Bastardo senza gloria
... del capoluogo. Sono certo che il regalo che le faccio è molto gradito, mi dispiace di non potermi fermare, ma devo andare in ispezione” Salutò militarmente e si diresse alla porta mentre Gabbrielle angosciata tentava di coprirsi i seni e il pube. “Scopriti” fu il brusco ordine che le diede a cui obbedì prontamente con la disciplina che il capitano le aveva insegnato, “Al ritorno mi farò dire dal sig. podestà l’entusiasmo che avrai mostrato, se non sarà soddisfatto sai che ti punirò” disse uscendo. Erano state due ore schifose con un uomo grasso, vecchio e poco lavato, ma ce l’aveva messa tutta per soddisfarlo manipolando e succhiando un pene che non voleva star rigido. Un amaro pensiero la colpì mentre cavalcava, porgendoli le tette da succhiare, una grassa bestia sbuffante e sbavante “per fortuna che al bordello me l’hanno sono allargata bene altrimenti questo mollusco non riuscirebbe ad entrare”. Lo sentì venire e bagnarle le grandi labbra “nemmeno capace di sborrarmi in vagina” fu il suo pensiero. Attese poi per un’altra ora, stesa accanto al podestà sul letto, manipolandogli la flaccida verga e titillandogli il perineo in attesa che tornasse il suo carnefice. Il capitano tornò verso le tre di notte. Entrato nella casa del podestà si diresse nella camera da letto dove Gabrielle attendeva la parte finale della sua dolorosa umiliazione. Il capitano si spogliò di fronte al podestà che si era avvolto un asciugamano attorno ai fianchi. “E’ stata brava la signora?” chiese ...
... “Bravissima, l’ho chiavata con vero piacere” “Ora le farò vedere il servizio che le farà la prossima volta che gliela porterò” Nudo si pose a gambe larghe di fronte al letto posando le mani sulla sponda anteriore. Gabrielle rapida, pur sentendosi morire di vergogna, scese dal letto e si inginocchiò dietro le sue terga. Gli infilò un braccio tra le gambe e preso il pene cominciò a masturbarlo. Con il viso di avvicinò al solco tra le natiche e cominciò a percorrerlo con la lingua soffermandosi sulla corolla anale. “La signora era molto restia a questa pratica, ho dovuto strigliarla un po’ con la frusta, ora è diventata bravissima” Il podestà guardava esterefatto quella donna bella e superba che, pure, aveva chiavato un’ora prima, ma che non avrebbe mai pensato potesse sottomettersi a tali livelli di perversione. La ricordava altera e orgogliosa nelle occasioni pubbliche in cui non gli dava mai confidenza e dove lasciava trasparire, anche se di poco, il disprezzo per la sua volgarità. L’aveva desiderata per anni e poco prima l’aveva avuto, ma ora un nuovo orizzonte gli appariva davanti, se il capitano gliela avesse riportata… … la sua testa sembrava scoppiargli. “Sono pronto” disse il capitano Gabrielle si staccò dal servizio che stava facendo e si girò su una poltrona volgendoli le terga Il capitano si girò con il pene rigido puntato come una spada, si avvicinò alla donna e strofinò il glande sulla vagina da cui colava ancora il seme del podestò, si bagnò la cappella, poi la puntò ...