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Il club - capitolo III - Collana La Ragazza di Campagna Vol. III
Data: 05/11/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Koss
... fece mettere carponi sull’erba e le disse di sollevare il culo ben in alto. Rosa obbedì. Amalia per cominciare si prese cura di quel gran culo, era nudo ed esposto, alto e teso. Le gambe della schiava erano tenute rigide e larghe, la schiava si era messa in esposizione come la padrona desiderava. Amalia sentì la libidine che le montava alla testa, ma non voleva fare in fretta, c’era tutto il tempo per godersela con calma. Rosa iniziava ad avere paura e si rammaricò di aver abbassato la guardia. In effetti, quella padrona, fino a quel momento si era dimostrata ombrosa e bisbetica, anche se nell’ultima mezzora aveva sperato che le cose potessero cambiare. Rosa amava le donne più degli uomini, anche se di questi ultimi alla lunga non poteva farne a meno. Questa padrona le piaceva, era fine, elegante, arrogante, per Rosa erano tutte ottime qualità, ma era anche crudele ed imprevedibile e queste per una schiava erano caratteristiche sempre poco promettenti. Rosa aveva avuto con Sara degli alti e bassi, lo stesso con Bruno, amante di Sara, e più bassi che alti con Eleonora, cugina di Sara, ma nel complesso se l’era cavata sempre bene, aveva sofferto e goduto, era stata umiliata, ma anche da ciò aveva tratto piaceri inimmaginabili, ora si domandava come sarebbe andata a finire con Amalia. La padrona conosceva tutti questi retroscena ed immaginava cosa stesse pensando la schiava. Amalia l’aveva portata lassù da sola proprio per farle capire che in quella settimana era la sua ...
... schiava e che doveva dimenticare tutto il resto. Fece passare parecchi minuti senza fare niente ed osservando la schiava che tesa e nervosa si sforzava di rimanere immobile nella posizione richiesta. Amalia poggiò entrambe le mani sul culo della schiava ed iniziò a manipolarla. La schiava aveva i muscoli tesi, la tensione l’aveva portata ormai al limite della sopportazione. La condizione ideale per farle capire come stavano le cose pensò la padrona. La massaggiò sul deretano e sulle cosce ammorbidendola, impercettibilmente Rosa si mosse sulle ginocchia distendendosi. Poi la massaggiò anche sulla schiena, lungo la spina dorsale, dal collo alle natiche. Rosa non trovò il coraggio di dire niente, ma sospirò di vero piacere, i muscoli contratti dall’angoscia, si distesero gradualmente e si sentì meglio. Stava per ringraziare, ma si trattenne. Non poteva vedere la padrona, ma sentiva le sue mani: belle, esperte e forti. Quelle stesse mani le sfiorarono la vulva e poi le titillarono il seno. Ora Rosa si stava davvero riprendendo e ricominciava a sperare, ma questa volta rimase vigile e guardinga, non voleva subire nuove delusioni. Amalia si spostò di fronte alla schiava e vide il viso stirato della schiava. La padrona si sedette sul masso di fronte alla schiava e la guardò a lungo negli occhi senza dire una parola, con due dita le tenne il viso sollevato. La schiava dapprima ricambiò lo sguardo speranzosa, poi socchiuse gli occhi, non poteva chinare la testa e quindi era costretta a ...