1. Sottomissione


    Data: 05/11/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Patrizia V.

    (dal diario di Roby) Non mi ricordo neanche di come siamo arrivati a casa: dal momento che sono svenuta, è tutta una memoria confusa. So solo che a un certo punto mi sono ritrovata seminuda su una moto, abbracciata a una sconosciuta coperta di pelle, e subito dopo ero insieme a mio marito su un taxi diretto al villaggio. Mi sono riaddormentata, e Franco deve avermi messa a dormire, perché mi sono svegliata nel nostro letto che era quasi mezzogiorno. Avrei creduto che fosse stato tutto un sogno se non fosse che mi sono ritrovata qualcosa di strano nei capelli: mi gratto e mi ritrovo sotto le unghie qualcosa di morbido, grigiastro e rinsecchito… Il cervello di Jan. Caccio un urlo di orrore e mi precipito sotto la doccia, dove resto almeno un’ora a sfogare la mia crisi isterica. Quando esco, trovo Franco che finisce di preparare l’insalata. E’ pallido anche lui, ma sembra che si controlli meglio di me. Abbiamo tutti e due la testa che fa un male cane: non credo che fumerò mai più uno spinello in vita mia. Sto cercando di trovare il coraggio di affrontare l’argomento della sera prima, quando la porta scorrevole all’ingresso si spalanca di colpo e Pat entra nel nostro minialloggio come se fosse casa sua. La sua amichetta è con lei, e fra tutte e due è difficile dire quale abbia l’aria meno amichevole. Indossano entrambe solo la sciarpetta alla vita: arancione Pat e bianca (trasparente) Eva, con sandali senza tacchi e una sacca da spiaggia in spalla; per il resto sono alte quasi ...
    ... uguale (Eva un filo di più), abbronzatissime e biondissime. Pat ha i capelli corti e Eva li porta lunghi e sciolti sulle spalle, più chiari della compagna; ha gli occhi azzurri e i lineamenti più femminili e delicati, e pur essendo snella e slanciata è assai meno muscolosa e androgina: una bella ragazza. - Dobbiamo parlare. Il tono di Pat è perentorio. La sua espressione non lascia spazio a dubbi: non è qui per chiacchierare… Eva, accanto a lei, sembra altrettanto arcigna. - Ciao ragazze – provo a dire – Noi… - Stai zitta, oca: parlerai quando lo dico io. Ammutolisco. Franco non ci sta e prova a protestare: - Aspettate un momento: questa è casa nostra, e voi due… - Capisci l’italiano, o sei ancora più stupido della tua oca? Questa è Eva: parla un italiano quasi perfetto, e solo perché so che è olandese distinguo un filo di accento nordico nella sua cadenza che sembra proprio veneta. Anche Franco ammutolisce. In piedi a gambe divaricate davanti al nostro tavolino, Pat si schiarisce la voce: - Ieri per colpa vostra abbiamo dovuto accoppare quei due tossici gonfi di anabolizzanti e coperti di tatuaggi che ci avete messo alle calcagna. Ora, non è che sia la prima volta che ci tocca fare un po’ di pulizia in giro, ma di solito noi cerchiamo di farci i cazzi nostri e evitiamo di seminarci troppi cadaveri alle spalle: nella nostra professione non è il modo migliore di procedere. Deglutisco a vuoto, ripensando alla freddezza con cui Pat ha torto il collo a Karin dopo averla sbudellata ...
«1234...»