La "nuova" Mariangela (nome di fantasia)
Data: 06/11/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Anale
Prime Esperienze
Autore: gif74, Fonte: xHamster
Forse vi sembrerà la solita storia di fantasia ma i fatti raccontati sono assolutamente veri.36 anni, moglie e madre incompleta, insoddisfatta della solita quotidianità, timorosa e incerta ma allo stesso tempo decisa a soddisfare i propri bisogni sessuali. Una signora dall’aspetto normale, gradevole quanto desiderabile ma non bellissima. Alta, lunghi capelli neri, curata e fisicamente si lascia ancora ben guardare, elegante sui suoi tacchi cammina per la strada cosciente di non passare inosservata. La conosco da molti anni, è nata un amicizia sincera e vera, di quelle intime da sfruttare in quei momenti che lo sconforto o la voglia di una sana scopata ti permette uno sfogo sicuro che sai rimarrà segreto. Quella sera col marito al turno di notte, andammo a cena in ristorante lontani da occhi indiscreti. Notai subito che era più taciturna del solito e si muoveva con una goffaggine che mai avevo avuto modo di vedere. Quando ci sedemmo le chiesi il perché non si toglieva il lungo cappotto rigorosamente nero che gli arrivava alle ginocchia. Abbozzò una specie di sorrisino malizioso pregno di imbarazzo. Discutemmo di amici e amiche in comune, della sua malinconia domestica e di come sentiva l’estremo bisogno di trasgredire per sentirsi realizzata e libera dai tabù casalinghi. Durante il pasto rivelò di essersi sentita sempre una “dominante”, con fantasie persino bisex che mai aveva concretizzato se non attraverso lunghe sessioni di triste autoerotismo. A bassa voce, mi sussurrò ...
... di avere scoperto in se stessa un indole da sottomessa, lontana mille miglia dall’apparenza autoritaria e vagamente altezzosa che sfoggiava con tutti. Arrossì di vergogna a certe sue confessioni ma anche il caldo di quel cappotto faceva certo la sua parte. Pareva che a volte avesse delle fitte o degli strani spasmi, le chiesi se si sentiva bene. Si guardò intorno per essere sicura di non essere udita da nessuno e quasi piangendo per ciò che capì poi essere vero dolore mi rivelò che aveva indosso solo quel lungo cappotto, i collant neri e le scarpe. Mi misi a ridere, schernendola e chiedendole se aveva realizzato di essere pure un esibizionista pronta ad alzarsi dal tavolo e a mostrare le sue grazie a clienti e camerieri. Rispose solo che era un idea che gli era balenata in testa nel pomeriggio e mi chiese quasi supplicando se avevo voglia di fare due passi per le vie del centro. Ci alzammo dalla tavola e uscimmo all’aria gelida di quel sabato di dicembre che introduceva alla settimana di Natale. Mi diede la mano e imboccammo il corso principale, lei ormai barcollava come un ubriaca e ogni tanto emetteva gemiti e lamenti che non riuscivo bene a interpretare. La vedevo intrigante come mai, adesso che sapevo del “sotto il cappotto niente” desideravo solo di portarmela a casa e di placare i “bollori” nel modo che piaceva a entrambi.Ma lei era restia, in mezzo a coppie di fidanzati e gruppetti di persone di varia età mi disse di non essersi mai sentita così eccitata, tanto d’avere ...