La lepre pazza - 6° capitolo: festa di compleanno
Data: 11/12/2017,
Categorie:
Lesbo
Autore: Samuela, Fonte: Annunci69
La Lepre Pazza
di Parsamu
6 – Festa di compleanno
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Questo soggiorno a New York si stava dimostrando molto costruttivo, sia per l’estrema leggerezza della vita che conducevo, sia perché tutto era nuovo intorno a me.- La relazione con Kimberly si era rivelata molto coinvolgente sul piano erotico e anche, se potevo affermare di non essere innamorata, mi piaceva e molto, ma in lei non trovavo i presupposti e la passione dell’amore.- Ne parlammo ed ambedue riconoscemmo di piacerci fisicamente, di essere simili in molte cose, di godere nel nostro fare all’amore, ma qualcosa ci impediva la passionalità di un vero e proprio innamoramento.- Ci ridemmo su.- Pensammo anche che se è vero che ci si arricchisce al “diverso”, noi eravamo troppo “uguali” per farlo e quindi godevamo solo dall’essere intimissime, ma solo amiche.- Fu in questo clima affettuoso che invitai Kimberly ad accompagnarmi, quella stessa sera di sabato, alla festa cui ero stata invitata da Attilio.- Così mi preparai con un “tailleur” di Armani grigio perla dal taglio maschile e tacchi alti.- Curai il trucco, decisi che mi piacevo, chiamai un taxi e mi feci portare all’albergo di Kimberly.-
La mia amica mi attendeva nella “hall”.- Anche lei era elegantissima e, come sempre, molto attraente in una specie di “pigiama palazzo” di seta azzurra a grandi fiori color crema.- Le sue forme risaltavano nel muoversi tanto che notai all’intorno nella hall più di uno sguardo interessato ed insistito.- Kimberly mi ...
... sorrise e mi baciò sulla guancia poi, prendendomi sottobraccio, mi spinse verso l’uscita dell’hotel dicendomi con complicità: - “Vamonos Samuelita que nos espera la pachanga! ” Era questo il modo messicano di definire: - Andiamo che ci aspetta l’incasinamento di una festa! “ Non che la festa fosse di per sé incasinata, ma era l’invito a farla diventare tale.- Altro taxi e ci facemmo portare al 25, di Warren St., elegante strada di Broadway, molto vicina al World Trade Center.-
Attilio, con la moglie Rachel e la figlia Carla, abitava in un elegante e spazioso appartamento al 16° piano di un edificio modernissimo.- La festa era “open hause”, entrammo e ci presentammo, sottoponendoci ai normali convenevoli ed in breve ci mescolammo agli innumerevoli invitati.- Notai l’eleganza tipica nord-americana: un misto fra la praticità dei vestiti maschili e l’elaborazione un po’ pacchiana degli abiti e delle capigliature femminili.- Ambiente medio alto ed intellettuale ci dicemmo ammiccando con Kimberly, quindi ci separammo in due direzioni opposte.- Un cameriere in giacca bianca, mi offrì un “margarita” e così, guardandomi intorno, iniziò la mia serata.- Ero decisa a conquistare qualcuno, quasi in competizione con Kimberly che mi aveva informato di avere la medesima intenzione.-
Al mio fianco, su di un divano, venne a sedersi Attilio che mi fece un sacco di domande sul mio lavoro e sull’attività e la vita di sua cugina.- Poi Attilio raccontò un poco di se, di sua moglie e di Carla ...