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Tra Vecchio e Nuovo - Zia e Nipote - Capitolo VIII
Data: 13/11/2020, Categorie: Incesti Autore: Raccontatore
... chiamano colpo di fulmine ma è più simile ad una vampata di fuoco che incendia il corpo, per molti. Salì gli scalini due a due, fino a quando non fu di nuovo dentro casa con la testa piena di pensieri e il cuore a mille per quella ragazza. Che stupido che era, pensò tra sé e sé, provare quelle emozioni per trenta secondi di conversazione con una vicina di casa. Si tolse le scarpe e si affacciò alla finestra per vedere se quella ragazza era ancora nei paraggi, ma in strada ormai non c’era più nessuno. Alzò lo sguardo deluso e lo fissò sulla finestra che quell’angelo gli aveva indicato e in un attimo capì: era la stessa dalla quale gli era sembrato di scorgere un movimento mentre stava copulando con sua zia, qualche giorno prima. Si accasciò sul divano nella vergogna più lancinante, con le mani tra i capelli. Era stato visto con Rita? Gli stava venendo un’inutile paranoia oppure era più che legittima? Si sentiva schiacciato dalla pressione, con un magone allo stomaco e un improvviso malessere generale che attribuì solo all’eccessiva stanchezza e alla mente affollata di pensieri, positivi e negativi insieme. “Buongiorno!” Esclamò Rita ancora in vestaglia da notte, uscendo dal bagno, con tono baldanzoso. “Che hai fatto? Sembri sconvolto.” Matteo dissimulò, dicendo di essere solo stanco e di aver bisogno di dormire. “Va bene, va bene. Poi mi dirai che cos’hai veramente. Intanto guarda qua che ho disegnato questa mattina presto. L’ho sognato e mi sono dovuta alzarla con la ...
... fretta di volerlo riprodurre. Ti piace?” Rita porse un disegno la cui figura era ben poco riconoscibile a causa dell’eccessivo uso del colore che arrivava a coprire quasi del tutto le figure umanoidi sullo sfondo. Sua zia aveva la passione per il disegno, ma Matteo non la riteneva veramente portata. I suoi tratti erano goffi e pesanti, i colori utilizzati spesso inappropriati e le figure troppo astratte per assomigliare a qualcosa di conosciuto. Non aveva mai avuto il coraggio di dirgli quel che veramente pensava, quindi di volta in volta mentiva per non offenderla. “Ma… questa è una pozza rossa? Sembra un corpo immerso nel sangue. Cruento!” Matteo si sforzò di trovare altre parole, ma non gli venne in mente null’altro. “Sì. Ho sognato questo corpo in un cerchio rosso. Non ti so dire se era un cadavere o qualcos’altro, ma era identico a come l’ho raffigurato qui!” Dicendo ciò, Rita tornò in bagno per truccarsi, mentre Matteo continuava a guardare il disegno. Ripensò alle sue ultime ore. Al racconto tratto dalla Bibbia che Antonio gli aveva narrato, alla ragazza dai riccioli rossi che poteva essere a conoscenza del loro terribile segreto e infine, a quel banale disegno. Nella sua mente i pensieri litigavano per rivendicare la completa attenzione delle sinapsi del ragazzo, si mescolavano tra loro in un turbine di eventi, parole, immagini e suoni diversi. La sagoma del disegno diventava improvvisamente Lot, il patriarca biblico. Sua zia Rita assumeva la voce tragica di Antonio, le ...