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Romantica
Data: 17/11/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Autore: BIMBA79
Non appena si chiuse il pesante portone alle spalle una folata di vento gelido la investí, togliendole quasi il respiro. Agata restó così, inerme per qualche secondo, come colpita da un fendente in piena gola e poi giù fino al petto. Gli occhi gonfi dal pianto le bruciavano sferzati dall'aria, come le guance. Si strinse nel caldo conforto datole dal lungo cappotto di lana, cercando un attimo di quiete dopo le grida, le parole urlate con rabbia, l'impotenza che come una macchia nera, l'aveva invasa. Conscia del tempo che non aveva per crogiolarsi in quel caldo abbraccio, si buttò in strada, sicura che da lì a poco lui l'avrebbe raggiunta. Con passo veloce inforcó la prima traversa, gli occhi umidi le impedivano una vista nitida, portandola a sbattere violentemente contro la calca, che a quell'ora della sera ancora riempiva le vie della capitale. Il suono del passo veloce rimbombava nell'aria attorno a se, lui l'avrebbe di certo sentita pensò, e una volta raggiunta l'avrebbe ammaliata e lei sarebbe caduta preda, ancora, di quella bestia. Sapeva non essere sano il loro legame come sapeva che non poteva nulla contro di lui. Continuò quella folle corsa augurandosi di non essere cercata e nello stesso tempo lo sperava. Senza voltarsi indietro per timore di scorgerlo calpestó a passo deciso i sanpietrini di Piazza del Popolo, sentendo lo stomaco contrarsi in uno spasmo che la costrinse quasi ad arrestare quella inutile fuga, fuggiva da chi Agata? Da lui? Da loro? Da se stessa? Altre ...
... lacrime le solcarono le guance irritate dal freddo, dandole la sensazione di essere presa a schiaffi talmente bruciavano. Il respiro sempre più corto la costrinse a rallentare il passo, e solo allora notò quel meraviglioso satellite, che amava, risplendere alto e fiero nel cielo. Con rammarico passò oltre, non aveva il tempo per fermarsi ad ammirarlo, aumentò il passo, fino a correre, schivando i passanti, cercando di fermare i pensieri e la voglia di tornare da lui. Il lastricato risuonava sordo sotto ai suoi piedi, cercava solo un po' di silenzio e pace, nonostante sapesse che tutto il frastuono era solo e soltanto nella sua testa e più si allontanava, più sentiva il tormento di averlo perso lacerarle le carni. Agata si spinse fino al ponte, e una volta raggiunto si accasció quasi sul parapetto, gelido anch'esso come quella notte di fine gennaio. Il battito del cuore le rimbombava forte nelle tempie, il respiro prendeva consistenza attorno a lei, le guance arrossate le bruciavano ancor di più ora. Il frastuono della città in lontananza, si accorse sorprendendosi di quanto venisse attutito dal suo respiro, che nonostante gli sforzi faticava a regolarizzarsi. Ci vollero minuti prima che i suoi occhi potessero nuovamente scorgere immagini nitide, sotto di lei l'acqua del Tevere scorreva quieta, i pochi alberi ormai del tutto spogli troneggiavano desolati sulle rive illuminati dalle luci dei lampioni. Agata stremata dagli ultimi eventi, sospirò forte, riempiendosi i polmoni di ...