1. Romantica


    Data: 17/11/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Autore: BIMBA79

    ... circondó il collo con una mano e avvicinandola a se, sussurró «Dov'è quella donna?» chiese con tono divertirto, obbligandola a sollevarsi «Dove l'hai lasciata? - le ringhió stringendo la presa sotto al mento arrivandole a sfiorare con le labbra il lobo dell'orecchio - non ne vedo traccia ora, vedo solo una cagna dalla dubbia moralità qui con me». Agata non riuscì a proferir parola, la mente vagava persa tra le parole di quel maledetto. Aveva solo voglia di guardarlo negli occhi e zittirlo con un bacio. «Ripetilo, dimmelo ancora, dimmi che non sono l'uomo per te - le chiese quasi gemendole addosso - dillo, dimmi che sono un pazzo psicopatico senza cuore» la esortó sfiorandole con la punta delle dita le labbra. «Che, non sono capace di provare sentimenti, che sono un egoista, che detesto l'esser romantico» ripeté le sue parole posandole l'altra mano sul ventre. «Tu, che leccheresti il pavimento dell'inferno pur di avermi, ora dici di disprezzare il mio essere?» Sorrise solo per provocare una reazione in lei, reazione che si tramutó in un gemito di sofferenza. Lui approfittó di quella frazione di secondo per forzarle le labbra con la punta delle dita, a occhi chiusi Agata si sentì risucchiare in un'altra dimensione. «Io sono questo - le disse inducendola a succhiare - io posso, io non chiedo, io esigo, e tu mi compiaci» sospirò affondandole due dita in gola. La sensazione di caldo, bagnato e morbido che provò lo costrinse a spingere con forza il suo cazzo tra le natiche morbide ...
    ... di lei, gemendo. Agata obnubilata dalle sue parole si arrese, e abbandonata ogni forma di ribellione, si lasciò cullare da quel corpo maestoso che incombeva su di lei. Ma lui non si fece impietosire, e senza remore, continuó «Tu sei in mio potere, lo sei sempre stata - fiató prima di leccarle il collo e fermare la corsa della lingua con un morso - non ti sei mai lasciata conoscere da nessun altro, mentivi quando me l'hai confessato? » «No» ansimó lei accarezzandogli le dita con la lingua. «Sei l'unico» gli confessò ancora una volta, liberandosi dalla morsa nella quale era costretta e girandosi verso di lui. Restò ammutolita, come sempre, dall'austera affascinante espressione del suo viso, si perse in quel profondo sguardo. Le ciglia lunghe gli donavano un'espressione di dolcezza, in conflitto con il suo vero essere, quello che lei amava, bramava. «Sei una puttana» ringhió con rabbia, a un respiro dal suo viso, un secondo dopo. «Una laida puttana» l'apostrofó alzandola di peso per farla sedere sul parapetto. Agata gemette di dolore per irruenza usata, cercando le sue labbra per potersene appropriare ma lui si negò. «Non è così che funziona» disse sorridendo. «Mi hai definito un pazzo psicopatico insensibile - quasi le gridò sulla bocca - senza cuore» aggiunse, soddisfatto del terrore che le stava procurando. « Non ti piaccio anche per questo, dannata stronza che non sei altro?» disse con rabbia prima di stracciarle le calze di nylon tra le cosce, lo strappo risuonó ancor più ...