1. Sole di Maggio


    Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI

    ... se si fosse rivisto con Rossana. «No mamma. Ho incontrato alcune persone a Ca’ Pansecco e uno di loro mi ha riferito che la Valcorniola sarà sommersa. Sbarreranno il Rio Maestro con una diga.» Sapendo quanto il figlio amasse quel vallone e i bei ricordi che anche lei ne aveva, Nadia provò un senso di rammarico ma con lui cercò di non dare importanza al fatto. «Dicono tante cose che poi non fanno.» «La diga sarà costruita mamma. L’uomo col quale ho parlato era un ingegnere venuto a fare un sopralluogo. Mi ha addirittura comprato il quadro che avevo appena abbozzato. Me l’ha pagato trecento euro.» Mauro fece vedere alla madre l’assegno ma rimase con lo sguardo fisso nel piatto. Nadia non insisté. Si limitò a poggiargli una mano sulla tempia. Rassicurata dalla freschezza della pelle, entrò nel cucinotto e iniziò a lavare le stoviglie. Gli spaghetti si erano talmente addensati che quando Mauro fece il gesto di arrotolarne un po’ sulla forchetta, rotearono in blocco sul piatto. Versò dell’olio ma la situazione non migliorò gran che. Masticò e inghiottì con fatica. Bevve un sorso di vino per cercare di attenuare la sensazione di blocco allo stomaco ma il secondo boccone non riuscì a mandarlo giù. Emise un sospiro e lasciò cadere la forchetta sul piatto. Il cuore gli martellava le tempie. «Mamma non mi va di mangiare.» Nadia tornò frettolosa per proporgli la pietanza che aveva preparato per secondo. «C’è lo sformato di verdure col tacchino.» «Ho quasi voglia di vomitare.» «Ti ...
    ... faccio una limonata calda?» Mauro le fece un cenno di no. La baciò sulla guancia sforzandosi di sorriderle. «Vado a coricarmi. Ho la testa indolenzita. Rimanere al buio mi gioverà.» «Lo so io qual è il tuo problema: sforzi troppo la vista e finirai per rovinartela. É dall’anno scorso che prometti di andare dall’oculista.» Per prolungare il rimbrotto Nadia seguì il figlio mentre si avviava in camera sua. «Di questa faccenda ne parlerò col babbo. Non si scherza con la vista.» Mauro scaricò la pena in un pianto sommesso. Ripensò all’ingegnere, alla sua imponenza che incuteva soggezione ma anche al sincero dispiacere che gli aveva letto in faccia per avergli comunicato la notizia. Tentò di giustificarlo pensando che la costruzione di una diga rappresentasse per lui un normale espletamento professionale perché se si fosse pentito, ogni qualvolta avesse fatto rivoltare una zolla, tanto valeva si rinchiudesse in convento. Rammentò persino con quanta cautela avesse spento la sigaretta sul sasso, poi riposto il mozzicone nel pacchetto per non disperderlo nell’ambiente sebbene sapesse che quel posto era destinato a essere sommerso. Quel gesto gli aveva trasmesso la sensazione che fosse un brav’uomo. Rimuginò fino a che il pianto gli attenuò la tensione e scivolò in un dormiveglia che si fece tormento. Marciava sul sentiero che conduceva in Valcorniola e il sole sfavillava sull’arco del cielo di un azzurro vetroso. Gli uccelli gli svolazzavano attorno perché lui era il tutore della valle. ...
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