1. Sole di Maggio


    Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI

    ... All’improvviso era comparsa una moltitudine d’uomini che recideva gli alberi con strepitanti seghe a motore; un branco di ruspe sradicava ciocchi e spianava il terreno per preparare il letto del lago. Dalla cabina di un’escavatrice era apparso il faccione dell’ingegnere. L’omone era uscito dalla ruspa e, librandosi sull’aria come a farsi beffe della gravitazione terrestre, lo aveva sovrastato, minaccioso, la voce risuonante nel vallone come il grido di un rapace notturno. “Lo hai terminato il quadro?” aveva sogghignato. Rientrato nella cabina della macchina, aveva manovrato i comandi per abbattere le colonnine della fontanella e schiantare il ponticello. Il tritone era emerso sull’acqua col ventre squarciato, la coda inerte e le zampette rivolte al cielo. Da una spaccatura del terreno era uscita una serpe. Lui aveva tentato di avvertire la bestia perché scappasse ma dalla sua bocca non erano usciti suoni. Facendo piombare la benna della ruspa sul rettile, l’omone aveva gridato: “Volevi salvare il serpentello? Ti ho accontentato raddoppiandolo.” I moncherini della serpe avevano frustato l’aria come per non arrendersi alla morte. “Siamo i padroni del mondo.” La risata del faccione era rimbombata nel vallone. “Ora tocca a te!” Lui aveva tentato di scappare tra due fila d’escavatrici che protendevano i bracci per schiacciarlo. Sollevò le braccia per proteggersi ma colpì la sponda del letto. Una fitta di dolore lo destò bruscamente. Provò a sollevarsi ma un capogiro lo ...
    ... costrinse a poggiare il capo sul cuscino. Tentò di rammentare il sogno ma la memoria sfumò i dettagli e gli rimase solo il significato dell’insieme: terrificante. La sveglia sul comodino segnava le quindici e dieci. Non aveva dormito molto come gli era parso. Sul tavolo del soggiorno trovò una mezza pagina di quaderno scritta da sua madre. “Sono andata da zia Paola. C’è la zuppa inglese in frigo ma è ghiacciata. Mangiala adagio. Ciao!” Mauro non riusciva a togliersi dalla testa il pensiero della sorte che incombeva sulla Valcorniola. Decise di consultare l’elenco telefonico. Compose un numero senza molte speranze che il sabato pomeriggio qualcuno rispondesse, invece udì la voce di una giovane donna. La ragazza lo informò che la sede rimaneva aperta fino alle 19,30. Gli suggerì di salire direttamente, nel caso avesse deciso di recarcisi, perché il palazzo non era fornito di citofono e i campanelli del quadro esterno erano guasti. Poco dopo si dirigeva verso il capoluogo di provincia. CAPITOLO SECONDO L’Allegrini Mauro aprì il vetusto portone di un palazzo del centro storico cittadino. L’androne era immerso nella semioscurità. Avvertì odore stagnante di cibi fritti. Tentoni cercò l’interruttore della luce senza riuscire a trovarlo. Decise di salire alla debole luce di un lucernario che dava sul tetto. Un gradino usurato gli fece perdere l’equilibrio. Evitò un capitombolo aggrappandosi alla balaustra. Gli giunse un concitato parlottio da una delle porte che si affacciavano sul primo ...
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