1. Sole di Maggio


    Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI

    ... dottore giungesse in tempo. “Padre Nostro che sei nei cieli…” Percepì le membra di Silvia perdere tensione, i muscoli del collo abbandonare il tono. Si accasciava tra le sue braccia. Le diede due buffetti sulle guance. «Silvia?» La scosse ripetutamente. Lei riaprì gli occhi di una fessura ma un’apatia brumosa s’insinuava nelle sue membra offuscandole il pensiero. Si sentiva svanire in una dimensione nella quale incombeva una foschia cupa che risucchiava le percezioni. I sensi l’abbandonavano, come fossero aspirati da un immenso spazio vuoto, tenebroso, un mondo senza luce. «Sto cadendo.» Le parole che Silvia pronunciava perdevano consistenza. «Non sento più niente. Mauro perché vai via?» Lui avvertiva un crampo allo stomaco come se a provocarglielo fosse stata la morsa di un fabbro. Un nodo alla gola gli impediva di inghiottire. «Silvia non vado via. Sono qui. Ti sto toccando.» Sostenendole la nuca, la baciò sulle labbra livide e fredde, le tenne la guancia accostata alla sua e le macchiò il viso di sangue. La allontanò un poco, vide che i moti espressivi la stavano abbandonando. Fu preso da una sferzata di disperazione. Insisté a scuoterla. «Stai desta, Silvia, per l’amor di Dio, stai desta!» Per seguitare a scuoterla dovette toglierle l’appoggio della mano sulla nuca. Vide il capo penzolare all’indietro, i capelli ciondolare sull’erba. «Silvia!» urlò con voce strozzata che saturò il vallone rimandandogli la coda della sua costernazione. Le posò l’orecchio sul petto, non ...
    ... riuscì a percepire il battito cardiaco. Gli sembrò che incupisse persino il fulgore del sole e sulla terra calasse un silenzio assoluto. La morte, vista così da vicino, le parve il più orribile incubo che potesse capitare a un uomo e ora gli piombava addosso come un’incudine che precipitasse su uno specchio in cui poco prima rifletteva la vita nel pieno del vigore. Si sentiva lacerare l’anima come se gliela strappassero dalla carne viva. Quale cinismo poteva architettare la morte. Si era avvicinata strisciando, mentre loro stavano per vivere momenti che avrebbero rammentato più di ogni altro: un giorno vissuto imprimendo nella memoria ogni gemito, ogni sospiro, ogni carezza del loro primo amplesso. Uno dei ragionamenti che aveva fatto Silvia, sugli enigmi dell’universo, gli tornò alla mente in tutta la sua orribile possibilità. … c’è pure chi sostiene che l’universo si espanda e si comprima in eterno, nell’identico modo, fino all’ultimo atomo, in successioni infinite e che gli eventi accaduti tornino a succedersi, nel minimo dettaglio, quindi facciamo che le azioni e le scelte di questa vita siano giuste perché questa volta è tutto ciò che abbiamo. Saremmo destinati a compierlo in eterno se commettessimo un errore.” Sì non poteva esserci altra verità. L’universo era ordinato da uno schema perpetuo e la sola idea che lei dovesse essere condannata a morire infinite volte e lui a disperarsi eternamente, gli fece immaginare che quello fosse l’inferno. Fu proprio l’angoscia di ...
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