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Sole di Maggio
Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI
... Pagliai, nel suo ufficio. È l’ultima porta all’inizio del corridoio. Ora vogliate scusarmi», disse l’infermiere allontanandosi frettolosamente. Riccardo rientrò nella saletta sforzandosi di indirizzare a Patrizia e Lorenzo uno sguardo fiducioso. Tiziana piangeva sommessa, come volesse tentare di dare dignitoso ritegno al dolore. Accarezzò la fronte bendata di Mauro. «È colpa mia signora Tiziana», riuscì a dire Mauro. Si sentiva attanagliato da un senso di colpa sordo come una pietra. «Non sarebbe successo se Silvia non mi avesse conosciuto.» Il suono delle sue stesse parole gli parve lontano, come se qualcun altro si fosse impossessato della sua voce. La mente, come volesse rigirare il mestolo nel dolore, lo riportava incessantemente a rammentargli la prima volta che si erano recati in Valcorniola. “Mauro, posso tenerti per mano?” Nadia guardava angustiata la chiazza di sudore che impregnava la maglietta sulla schiena e le ascelle di suo figlio. «Mauro, scostati dalla finestra. C’è corrente. Sei sudato.» Lo vide stringersi sulle spalle, il suo volto contrarsi in un’espressione di gelida apatia, lo sguardo vacuo. «Per l’amor del cielo, Mauro, scansati dalla finestra o prenderai un malanno.» «Mamma lasciami stare», reagì lui con un tono che tagliò l’esortazione della madre come una rasoiata. Luciano, diglielo tu di spostarsi», insisté Nadia rivolgendosi al marito. «Mauro, tua madre ha ragione. Scostati dalla finestra.» Lui si liberò bruscamente della mano del padre quando ne ...
... avvertì il tocco sul braccio. Si spostò mettendosi con le spalle addossate a una parete. «Luciano torna a prendergli qualche maglietta asciutta e una maglia di lana per stanotte.» «Sì, certo, Nadia. Si avvicinò ai genitori di Silvia per spiegare il motivo per il quale si sarebbe assentato. «Santo Cielo no!» esclamò Tiziana. «Patrizia corri in negozio a prendere il necessario per Mauro.» Giunsero i parenti di una persona coinvolta in un incidente stradale. La saletta divenne tanto affollata che l’aria si fece pesante nonostante la finestra aperta. Gli amici di Silvia preferirono uscire. Mauro avvertì la necessità di urinare. Si fece largo tra la gente spostandola in modo brusco e s’incamminò sul corridoio. Udì la madre richiamarlo preoccupata. «Mauro dove vai?» «A cercare un maledetto bagno.» Presso un angolo si scontrò con un infermiere. Sul volto dell’uomo si accese un accenno d’irritazione, subito cancellato dall’esperienza d’intuire se un visitatore fosse assente a causa dall’apprensione per qualche parente in gravi condizioni. Seguì un cortese pardon. Quello degli uomini era occupato. Dalla parte opposta, in una rientranza del corridoio, un uomo anziano che reggeva una grossa busta dalla quale fuoriusciva la manica di un pigiama, stava telefonando. Due giovani donne si erano fermate a fumare accanto ad una finestra dischiusa. «Lina speriamo che non ci brontolino.» «Rita, sarebbe meglio che se ci appioppassero una multa, invece.» «Di mille euro così prenderei la via di ...