1. Sole di Maggio


    Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI

    ... perciò buon compleanno Silvia, e buone vacanze.» «Ciao Patry. Divertiti.» Quando sua sorella fu uscita, Silvia osservò, sbalordita, il mazzetto di chiavi. Mezz’ora dopo l’auto di Mauro si stava già movendo da casa Colombo quando Patrizia comparve sul portone. Reggeva una voluminosa busta. «Ve la manda la mamma. È per domattina. Ciao.» C’erano due buste di latte da mezzo litro, una bottiglia d’acqua minerale, un barattolo di caffè liofilizzato, una confezione di fette biscottate e, in un cartoccio, due grosse porzioni di torta margherita. Blu Mentre Silvia, precedendolo, saliva la lunga rampa di gradini della casa dei nonni, Mauro ripensava al momento in cui era apparsa dalla zona notte con quell’abito fiammante. Il cuore gli aveva perso un battito. E che imbarazzo al ristorante. In altezza lo superava quasi di una testa e siccome, per raggiungere il loro posto, avevano dovuto seguire il cameriere, tra due ali di tavoli già gremiti di clienti, Silvia era stata costretta a rifilargli una gomitata per farlo decidere a darle il braccio. Ora che non aveva i lampadari di cristallo incombenti sul capo e non vedeva i camerieri che ostentavano galateo movendosi impettiti come avessero fatto il bagno nell’amido, si sentiva come lo avessero slegato. Le scale, con la pedata in cotto rosso e le stampe appese alle pareti, raffiguranti mestieri agresti, gli trasmisero sensazioni di quiete. Poi, come una sferzata, gli giunse un’immagine di terribile limpidità. Le premeva lo sterno per ...
    ... comprimerle il cuore contro la colonna vertebrale. Serrò gli occhi per tentare di cacciare il ricordo e inciampò in un gradino. Presa a dare impulso alle dita, perché stringessero il corrimano, la mente tagliò il filo della memoria e l’immagine si dissolse. «Mauro che cosa ti succede?» «Niente.» La goffa mimica del suo volto lo fece apparire agli occhi di Silvia, mille miglia lontano dall’angoscia. Entrarono in una cucina ricavata da un vasto locale nel quale un salotto, arredato con mobili di bambù, era separato dal resto del locale con un divisorio ad arco. Un massiccio tavolo, contornato da robuste sedie impagliate, troneggiava al centro della cucina. Mobili semplici e funzionali spiccavano sulle pareti bianche, dalle quali pendevano pochi oggetti casalinghi di rame. Un caminetto ad angolo la cui cappa era bordata da travetti di quercia, e lo stesso frigorifero color del legno, contribuiva a dare all’ambiente un’essenzialità d’altri tempi. Mauro posò la busta sul tavolo e si guardò attorno. C’è fresco e buon odore.» «La frescura è dovuta ai muri spessi. Il buon odore è olio di gomito.» Silvia si chinò per infilare la spina che dava corrente al frigorifero e, nella disinvoltura del gesto, Mauro colse il compiacimento che provava, a muoversi da padrona. «Passami la roba.» Silvia mise il latte in frigo e le altre cose in una capiente madia. Poi lo abbracciò e lo tenne stretto. Cribbio che voglia di strizzarti avevo. Rimasero abbracciati a lungo, senza baciarsi, senza scambiarsi una ...
«12...261262263...268»