1. Sole di Maggio


    Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI, Fonte: EroticiRacconti

    ... riesco a tenere gli occhi aperti.» «Nemmeno io. Accosta il viso al mio e tienimi la mano.» Percepivano il soffio delle loro narici. «Mauro non ti scoprire. Quassù rinfresca di mattina presto. Buona notte.» «Notte Calimero.» Le comprimeva il torace ma era come se lo sterno le fosse diventato di marmo. Vide il faccione dell’ingegnere, i denti scoperti, serrati in un ghigno malevolo. “Smettila, non vedi che è già morta? Scappa! L’acqua sta salendo e sommergerà tutto. Morirai anche tu.” “Vattene! Sei solo un sogno.” La voce stentorea dell’ingegnere saturava la valle. “Sei tu che vuoi capovolgere il vero col sogno. La realtà, invece, è questa: questa!” “Figlio di puttana, non la lascerò qui.” Continuò a comprimerle lo sterno e soffiarle aria in bocca. “Respira, Silvia! Respira, respira, respira…” L’ingegnere gli afferrò le braccia per impedirgli di continuare. Lo ricacciò indietro e riprese a premerle il costato. “Respira, respira…” Gli parve di vedere una massa bruna, una forma ovale più chiara, udire una voce. “Respira, Silvia, respira, respira, resp…” Si sentì scuotere. «Svegliati Mauro!» Silvia gli posò la mano sulla fronte madida. «Mi hai fatto prendere paura. Continuavi a ripetere: respira, respira.» «Non riesco a dimenticarlo...» «Avresti dovuto confidarti, perché non lo hai fatto?» «Speravo mi passasse.» «Prova a distogliere la mente come hai fatto con le prugne selvatiche.» «È un’altra cosa. È un pensiero fisso che sta nascosto e mi aggredisce nel sonno. A volte anche se ...
    ... sono sveglio e quando meno me lo aspetto, come volesse rovinarmi gli istanti belli dei pensieri.» Silvia gli fece poggiare il viso sul petto perché il cuore glielo sentisse palpitare. «Mauro, credo gioverebbe a entrambi tornare in Valcorniola. Dovremmo continuare a considerarla la nostra valle e cacciare i fantasmi. Me lo prometti?» Nella luce discreta della lampada da comodino, gli occhi di Silvia apparvero a Mauro, bruni come i frutti di rovi maturi. «Ci andremo a raccogliere le more, appena torneremo dal mare, ma ti avverto», la avvisò mentre il cuore di Silvia gli rimandava nell’orecchio pulsazioni scandite con la regolarità di un cronometro: ti obbligherò a fartelo addosso se ti scappasse un bisognino.» Silvia annuì accarezzandogli la fronte. «Ora cerchiamo di fare un altro pisolino.» Spense la luce. «Mauro, hai preparato la roba per il mare? Mauro?» Vide che aveva ripreso sonno sul suo petto. Lentamente, gli posò il capo sul cuscino. Prese un oggetto sferico dal comodino. Era la galla che aveva staccato dall’alberello, in Valcorniola. La strinse sul palmo. Fu pervasa da un profondo senso di pace. Rimase a osservare l’albore opalescente che filtrava dagli spiragli degli scuri. Nel silenzio del primo mattino, in quell’ora in cui la notte iniziava ad arrendersi al giorno e la realtà assumeva l’inconsistenza dell’illusione, le giungeva il rumore ovattato dell’intenso traffico sulla superstrada che costeggiava la valle. EPILOGO La gomma da masticare «Quella non è la macchina ...