1. Sole di Maggio


    Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI

    ... commentò: «Mauro sarà anche preoccupato per la Valcorniola ma sono convinto che quella Silvia gli abbia fatto prendere un’imbarcata!» «Lo temo anch’io. Quel mascalzone nemmeno un bacetto è venuto a darmi.» Nadia accarezzò il marito e cercò conforto nel suo sguardo. «Quella Silvia me lo leva dal nido. Lo sento.» «Mauro compie ventisei anni a ottobre. Non vorrai che rimanga a bighellonare per casa fino a trentacinque.» Nadia annuì stringendosi il marito al petto. «Lucy andrà a finire che rimarremo soli. Mi fa un po’ paura.» «Se credi che ci avviamo a esaurire l’impegno col mondo pensa alla prospettiva di tirare su qualche nipote e avere ancora pannolini da mettere e mocci da pulire.» I fori della tapparella sminuzzavano il sole e riversavano nel cucinotto una gradinata di chicchi dorati. «Lucy, lascia stare la colazione con la spalla. Ti preparo un bicchiere di latte caldo, poi stacchiamo i telefoni.» L’attesa Meglio non poteva capitare a Mauro. Distributore e bar avevano il turno di servizio. Salutò Adriano, indaffarato a misurare la pressione delle ruote di una station-wagon. Nel bar stagnava l’aroma del caffè mescolato all’odore di vaniglia che emanavano i pasticcini. Tamara, la sorella d’Adriano, una ragazzona dallo sguardo gioviale, rossa naturale, formosa al punto da fare immaginare l’opulenza di un girasole, lo accolse con un gran sorriso. Mauro si accomodò su un tavolo presso la vetrata d’ingresso e ordinò un panino. Ci ripensò, poi disse a Tamara di attendere. Aveva ...
    ... considerato che sarebbe stato scortese offrire a Silvia la colazione e riferirle che lui l’avesse già fatta. Rifletté sulle indicazioni che le aveva dato. “Ti aspetto sul piazzale del distributore di benzina, quello alla destra, subito dopo il cartello indicante Sanfabiano”. Lei si era premurata di assicurargli che sarebbe giunta alle nove e un quarto al massimo. Sul tavolo era posato il Corriere della Provincia. Lesse distrattamente i titoli facendo tremolare i piedi. Osservò i veicoli che transitavano sulla nazionale. Livio non aveva ancora lasciato la sede quando si erano accomiatati, cosicché un po’ per discrezione, un po’ per il disagio di domandarglielo, si era trattenuto dal chiederle il modello dell’auto con la quale sarebbe giunta e di che colore fosse. Nemmeno si azzardava a chiamarla al cellulare, sebbene lei glielo avesse fatto memorizzare sul suo, perché se era in viaggio e non si fosse fermata per rispondere avrebbe potuto distrarla dalla guida, perciò scrutava nell’abitacolo d’ogni veicolo che transitava. L’attesa lo rodeva al punto di minimizzare il pericolo, si frugò in tasca per prendere il telefonino. «Accidenti l’ho lasciato sul comodino.» Tamara stava per domandargli che cosa lo agitasse, quando dovette rivolgere servigio a una coppia di mezza età. Per distrarsi Mauro cercò di seguire Adriano che aveva approfittato di un momento di stasi alle pompe per innaffiare un’aiuola. Il suo orologio segnava le nove e venti. Sperò che Silvia non ci avesse ripensato o ...
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