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Sole di Maggio
Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI
... linguaccia. «Rimasi tanto impressionata che volli appoggiarmi al davanzale della finestra di cucina e guardare fuori mentre facevamo l’amore.» «E si ruppe il preservativo per la posizione scomoda in cui mi ero messo. Mi accorsi che c’era qualcosa che non andava, ma te la sentivo così caldina che non l’avrei tolto per tutto l’oro del mondo. In quella casupola ora svolazzano i nostri gemiti, altro che la voce fantasma di Pansecco.» «Porcello miscredente, lo immaginavo che ci avresti fatto una battuta.» Nadia gli prese il viso tra le mani e lo fissò amorevole. «Ed io passai dieci giorni con la fifa d’essere rimasta incinta.» «Dai che ti fa piacere se rammentiamo certi momenti Lo sento. Stai diventando morbidona.» «Ora la tua vecchiona ha le zampe di struzzo attorno agli occhi, pèrò.» «Sciocca, sei ancora bella.» «Non è vero. La verità l’hai detta poco fa.» Luciano accarezzò sua moglie sulle rughe, agli angoli di quegli occhi che conservavano il colore saturo delle castagne. La baciò con tenera lentezza. La bocca di Nadia gli passò il sapore del caffellatte. Vide una lacrima rigarle il viso. «Perché piangi?» «Sono contenta della mia famiglia», disse Nadia socchiudendo gli occhi. Sentì il marito slacciarle la camicetta e sfilargliela dalla gonna. Gli porse le braccia perché gliela sbottonasse ai polsi. Fremette nel sentirsi slacciare il reggiseno e sostenere le mammelle ancora floride. Percepì sui capezzoli il tiepido tocco delle sue labbra. «Lucy, torniamo a letto.» «No, ...
... facciamolo qui», le sussurrò lui baciandola sul collo. «Non capita spesso di rimanere in casa senza quei due rompipalle dei tuoi figlioli tra i piedi.» «Ora fammi restare un po’ così, però.» Nadia rimase immobile, abbracciata al marito a compiacersi delle ultime parole che le aveva sussurrato. “Quei due rompipalle dei tuoi figlioli”. Si sentiva padrona del mondo quando le diceva “i tuoi figlioli”. Ritorno indesiderato «Mamma?» Proveniente dall’ingresso, la voce di Mauro fece l’effetto a Nadia e Luciano di una secchiata d’acqua fredda. Ficcato il reggiseno nella lavatrice, Nadia rimise la camicetta infilandosela frettolosamente nella gonna. «Mauro, sono nel cucinotto col babbo. Stiamo ancora facendo colazione. Perché sei tornato?» «Ho dimenticato una cosa.» “Porcaccia miseriaccia”, imprecò Luciano mentalmente “era dall’estate scorsa che non ci sentivamo così presi”. Sollevò gli occhi al soffitto e fece una smorfia di disappunto. «Nadia, tuo figlio è un gran rompiscatole», borbottò. «Babbo, che cosa hai detto?» «Ho chiesto alla mamma di passarmi il miele. Che cosa ti sei dimenticato?» «La macchina fotografica.» “Non si dimentica mai di nulla e stamattina s’è scordato la macchina fotografica!” «Allora sbrigati», lo sollecitò il padre. Poco dopo udirono il figlio salutarli senza affacciarsi nel cucinotto. Mauro rammentati di fare colazione», si raccomandò la madre. «I soldi li hai presi?» «Sì, mamma.» Luciano attese di udire la porta d’ingresso chiudersi con un colpo deciso, poi ...