1. Sole di Maggio


    Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI, Fonte: EroticiRacconti

    ... dietro gli attrezzi. Aveva ancora dato di roncola per ripulire uno spazio sufficiente a sistemare il cavalletto ma la fatica era valsa l’intento. Il fogliame giallo di un pioppo, l’ostro dei pampini di una vite inselvatichita, l’intenso blu delle ombre che contrastavano col candore della cateratta e i riflessi del cielo sulla pozza, avrebbero conferito diversità di toni al dipinto. Non gli rimaneva che fotografare lo scorcio fissando la luce a quell’ora, stendere un rapido abbozzo per definire i confini di lumi e ombre prima che lo spostamento del sole ne modificasse la posizione. Rimase un poco sul lastrone a osservare il lavorio incessante della natura e ogni volta rimaneva incantato a scoprire l’impareggiabile ingegno col quale essa modellava il mondo. Notò una matassa di vitalbe che avvolgeva il tronco di un ontano. I viticci, che si protendevano fino ai primi rami, gli ricordarono il piccolo corniolo che aveva liberato, qualche anno addietro, dalla soffocante cappa di quei vegetali. Incuriosito da uno strano rigonfiamento su una lunga siepe di quegli intricati vegetali, aveva allargato il groviglio e scoperto che a formare il bozzolo erano i rametti di un piccolo corniolo che premevano sulla volta della loro prigione. Lui aveva reciso i tralci di vitalba tutt’attorno all’alberello. Rammentò quanto avesse faticato per liberarlo da quei filamenti stopposi. Le fibre avevano opposto una tale resistenza alla roncola da essere stato costretto ad aiutarsi con mani e denti. ...
    ... Aveva dato un'altra sfoltita l'anno dopo e ancora quello successivo. Finalmente nell’estate del terzo anno il corniolo aveva fruttificato. I suoi rametti si erano caricati di drupe divenute vermiglie sul finire di luglio. Che le corniole fossero frutti commestibili lo aveva saputo da un compagno di scuola che aveva il babbo boscaiolo. Occorreva però attendere che le drupe si colorassero di un rosso cupo e le polpe divenissero molli perché il loro sapore asprigno si addolcisse. Concentrarsi sui ricordi gli accentuò le minuscole rughe che gli segnavano il volto ai lati degli occhi. Sotto il pelo dell’acqua scorse un granchio. S’immobilizzò per non farsi scorgere ma l’animaletto, procedendo con la sua andatura sbieca, si spostò tra i ciottoli sommersi e scomparve sotto l’acqua cascante. Oasi di quiete Oltre, la mulattiera si discostò dal torrente per addentrarsi in una pineta, infine la pendenza si addolcì e la mulattiera sboccò su un piccolo pianoro. Mauro fece un’altra breve sosta, poi imboccò un ripido sentiero che s’insinuava tra lecci e pruni. Per chi non si fosse mai recato in quel luogo avrebbe immaginato che la pista dovesse esaurirsi nella macchia, invece sboccò su una radura assolata in cui crescevano tarassachi e margherite che picchiettavano un’erba di quel colore smeraldino che era possibile vedere solo nel mese di maggio. Arbusti di biancospino e una rupe di scisto delimitavano lo spiazzo da tre lati: il quarto formava la sponda del Rio Maestro e si notava come l’alveo ...
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