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Sole di Maggio
Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI
... «Spiegati meglio.» «Non l’ho mai baciato, nemmeno sulle guance come faccio a volte con gli altri quando ci salutiamo: uomini o donne che siano, intendo.» Subito dopo l’attenzione di Silvia fu attratta da grappoli di fiori gialli che pendevano da un alberello. «Mauro guarda là, c’è un maggiociondolo.» Caricando la voce di un tono sorpreso, lui le domandò: «Un maggio cosa?» «Un maggiociondolo», ripeté lei ridendo con l’entusiasmo di una ragazzina. «É chiamato anche avorniello e, come l’acacia, appartiene alla famiglia delle leguminacee. Produce baccelli che contengono citisina, un alcaloide velenoso che in dosi appropriate è usato in medicina per curare alcune malattie. I suoi fiori penduli sono chiamati “fiori di maggio”. Mauro s’immobilizzò e le rivolse uno sguardo teatralmente stupito. «Sei ragioniera o dottoressa in fitologia?» «L’ho riconosciuto perché ho visto le sue foto nelle schede dei vegetali che abbiamo in sede. M’è rimasto impresso perché ha un nome strano. In verità non conosco molte specie di piante. Ho fatto la saputella approfittando di un po’ di fortuna. Mi faresti scuola in parecchie cose.» «Silvia non seguitare con i complimenti, altrimenti…» «Altrimenti cosa?» «Beh, che… è meglio che termini qui.» «Eh, no! Ora lo finisci il discorso.» «Potresti rimanermi troppo simpatica.» «Mi giudicheresti eccessivamente curiosa se ti chiedessi di spiegarmi il significato che hai inteso dare alla parola, “troppo”?» «Che la simpatia potrebbe tramutarsi in qualcosa d’altro ...
... ed io sto passando un momento fragilissimo, non approfittarne.» “Sì, invece.” «Ora avvicinati al maggiociondolo. Voglio immortalarti sotto.» Mauro la vide dirigersi verso l’alberello col passo felpato di una gatta, e quando lei si mosse per tornargli accanto, non gliela la fece a sviare lo sguardo da quei seni floridi che dondolavano sodi e imprimevano il rilievo dei capezzoli sulla maglietta. Con viso adombrato da un benevolo rimprovero, Silvia gli diede una spintarella per fargli riprendere il cammino. Sul tratto in cui la stradicciola s’inoltrava nella pineta, lui riuscì ad evitare che cadesse sdrucciolando sugli aghi. Infine la mulattiera sfociò sul pianoro. «Siamo quasi arrivati», disse Mauro indicandole un punto oltre la radura. «Là c’è un sentiero che scende a Ca’ Pansecco.» Lei annuì. Il suo sguardo fu catturato da due forme alate che volteggiavano in cielo. «Guarda lassù Mauro! Ci sono due falchi.» «Non si tratta di falchi», specificò lui. «Ne hanno tutta l’aria però», rispose Silvia. «Sono una coppia poiane. Fanno la ruota per avvistare qualche preda. È probabile che abbiano una nidiata da sfamare.» Ora fu Mauro a tenderle la mano perché lo seguisse. Due palmi sotto il sole Silvia rimase tanto colpita dall’armonia che sprigionava il luogo della fontanella da non decidere dove soffermare lo sguardo. Si chinò per accarezzare le corolle delle margherite e dei tarassachi. Le giungeva, a folate, dal versante della collina prospiciente, il profumo penetrante dei fiori di ...