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Sole di Maggio
Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI
... ginestra. Mauro scattò foto tutt’attorno, poi si sederono sulla sponda del laghetto. Le loro figure danzarono sulle ondulazioni dell’acqua. «Questo specchio d’acqua sembra un occhio di cielo adagiato sulla Terra», commentò Silvia. Gli indicò il punto più alto della collina opposta sul quale, sopra la vegetazione, sporgeva lo spuntone di una costruzione diroccata. «Che cosa c’è lassù, Mauro?» «Quel che rimane di un torrione longobardo. Quel poggio è chiamato Castelsecco. Un tempo s’incrociavano due antiche strade romane in quel posto. Sono state trovate tracce di un caravanserraglio con abbeveratoi risalenti al secondo secolo dopo Cristo. Evidentemente c’era una sorgente d’acqua, ora scomparsa. Una leggenda narra che nel medioevo le streghe si riunissero sotto il torrione, a ogni plenilunio, per compiere riti magici.» «È affascinante», commentò Silvia «conoscere come certi luoghi facciano nascere leggende popolari. L’incrocio tra due strade, secondo la mitologia nordica, sarebbe proprio il luogo prescelto dalle streghe per i loro sabba.» Si sorrisero stringendosi entrambi sulle spalle. Udirono i latrati di un cane, attutiti dalla lontananza. «Sai, Silvia? Questo luogo ha una sonorità eccezionale. Ti ritorna l’eco moltiplicato, se pronunci un nome ad alta voce.» «Provo a pronunciare il tuo?» disse Silvia incuriosita. «Accosta le mani ai lati della bocca. Potenzieranno la tua voce», le suggerì Mauro. «Maurooo!» gridò Silvia. “Aurooo, urooo, ooo…” «Bestiale! Mauro pronuncia il ...
... mio.» «Silviaaa!» “Ilviaaa, lviaaa, iaaaa…” «Fortissimo!» Due libellule giunsero dalla sponda opposta. Un lungo stelo dondolò sotto il peso del loro accoppiamento. Osservarono gli insetti scambiandosi sorrisi maliziosi. «Vederle così suscitano tenerezza perché figurano la rigenerazione della vita ma sono anche le più micidiali predatrici che esitano nel mondo degli insetti», spiegò Mauro. «Riflettere su quanto sia spietata e meravigliosa la natura, affascina e sconvolge», commentò Silvia. In mezzo alla gora comparve un puntino scuro che si lasciava dietro una minuscola scia. «Mauro, guarda là. Che cos’è?» «Un serpentello. Tiene la testolina fuori dell’acqua per vigilare. Si chiama natrice; emetterebbe un odore talmente fetido da fare scappare chiunque lo molestasse.» «Quanti animaletti vivono in questo posto?» chiese Silvia. «Moltissimi», rispose Mauro. «Ieri ho persino scorto un tritone. Era lì, proprio davanti a noi. Purtroppo avevo lasciato la macchina fotografica accanto al cavalletto.» «Te la porti sempre dietro?» «Sempre. Le ombre cambiano con lo spostarsi del sole perciò quelle dello scorcio che intendo dipingere devo fermarle con una foto. Sul luogo faccio solo un abbozzo e termino il quadro nel mio studio con l’aiuto di una fotocopia ingrandita, a colori.» «Ingegnoso. Così freghi il sole.» «Hai usato l’espressione giusta.» «Sei riuscito a fotografare altri animali?» «Li ho anche ripresi con la videocamera: salamandre, caprioli, granchi, rane, daini e tanti altri, ...