1. Sole di Maggio


    Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI

    ... rughe che Mauro aveva ai lati degli occhi. Pensò fossero dovute al suo amore per l’osservazione, e i tratti quasi aggraziati del suo viso, che contrastavano con uno sguardo dal quale traspariva un’acuta intelligenza. Immaginò che le sue iridi fossero gocce d’olio d’oliva nelle quali erano immerse pagliuzze dorate. Gli accarezzò la fronte ampia, i capelli castani, la minuscola cicatrice a forma di stellina. “Cribbio, Mauro, deciditi a baciarmi. Ho capito che sei un ragazzo per bene.” «Il periodo durante il quale questo luogo assume un fascino che ti prende il cuore», seguitò lui «non è luglio ma settembre. Le giornate sono ancora calde ma i giorni più corti, l’erba appassita dal solleone, qualche fungo, le more avvizzite sui rovi, i cinorrodi di rosa canina e le corniole, divenuti vermigli, fanno presagire che l’estate muore. E non puoi immaginare, Silvia, quale fragranza emani questo luogo, in quel periodo, quando i primi acquazzoni bagnano la terra. Il vento diffonde fragranze muscose, odori pungenti di limo ed erba ti carezzano il volto. Allora hai la sensazione che quei profumi siano l’essenza della vita stessa e percepisci come anche una foglia morta abbia un’anima.» «Accipicchia, Mauro, descrivi le cose come se recitassi un’ode. Voglio rammentarmela la descrizione che hai fatto di settembre. Intendo tentare di farne una poesia, una cosetta alla buona, eh? Permetti che m’ispiri a queste tue espressioni?» «Ne sarei lusingato.» «Non credo di riuscirci per mercoledì e poi ...
    ... ci sarà gente e, insomma, Mauro, spero capitino altre occasioni di rivederci.» «Intendi dire: soli come stamattina?» Silvia annuì. Fissò Mauro trattenendo il fiato. «Accadrà, Silvia.» «Non immagini il piacere che mi faccia a sentirtelo dire. Ora perdona l’ignoranza di un’ecologista che deve ancora imparare l’abc della flora: che cosa sono i cinorrodi?» «Sono una sorta di falsi frutti della rosa canina. Sono grandi come un’oliva e contengono minuscoli semi pelosi. Si possono spremere per succhiare quel po’ di polpa agro dolce che contengono, ma bisogna attendere che siano molto maturi e stare attenti a non fare fuoriuscire i semi altrimenti i peli si appiccicherebbero alla lingua obbligando a sputacchiare. Quando eravamo bambini e i miei genitori accompagnavano me e Manuela in campagna, durante l’estate di San Martino, li raccoglievamo per mangiarli. Avresti dovuto vedere le boccacce di Manuela che non riusciva a spremerli nel modo giusto.» Quelle ultime espressioni indussero Silvia a fissarlo ancora più intensamente e mal si trattenne dal prendere l’iniziativa di baciarlo. Riuscì a distrarsi da quel desiderio dicendogli: «Mauro, la tua macchina fotografica ha l’autoscatto?» «Certo perché?» «Vuoi farla una fotografia assieme a me?» Lui si guardò attorno per trovare un posto adatto sul quale collocarla. Sulla parete di roccia, poco distante dalla fontana, notò che l’erosione della roccia aveva formato una sporgenza sulla quale poteva essere poggiata. «Mettiamoci accanto alla ...
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