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Sole di Maggio
Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI
... un diniego e domandò: «Dipinge anche lei signore?» L’uomo accese la sigaretta, emise uno sbuffo azzurrino dal naso e commentò, rammaricato: «Lavoro nel settore delle costruzioni perciò disegno anch’io ma le mie opere non sono propriamente artistiche. Ho sempre invidiato i pittori perché possiedono il dono di infondere l’anima anche in un mattone.» Poggiò la mano sotto il mento e assunse un atteggiamento riflessivo. «Vede, giovanotto, se si costruisce un palazzo, una galleria o un ponte, queste opere potranno destare meraviglia per la loro originalità, stupore per la grandiosità ma non parleranno all’animo della gente finché qualcuno non le dipingerà.» «Ingegnere, mi scusi se glielo rammento ma siamo in ritardo», avvertì uno degli accompagnatori. L’uomo indirizzò al collaboratore un’occhiata irritata, quindi si rivolse ancora Mauro. «Lei è una di quelle persone che possiedono la dote di chi non guarda ma osserva. Il dipinto appena abbozzato ha già in se qualcosa che suggerisce come un’aura misteriosa possa scaturire anche dagli oggetti inanimati. Soltanto un acuto osservatore può riuscire a dipingere così e le persone attente hanno una sensibilità fuori del comune. La invidio, sa? Esistono persone», commentò «capaci di adeguarsi alla maschera che s’impongono da trasformarsi nel personaggio che hanno deciso di rappresentare. Mi considero tra queste. In ogni caso non avrei la sua mano e se da questa non scaturisce magia creativa», seguitò sollevando la destra «hai voglia di ...
... essere sensibile.» Poi domandò se fosse disposto a vendergli l’opera. «È un quadro appena abbozzato», rispose Mauro, stupito da quella proposta. «A me piacciono le opere appena abbozzate», commentò l’ingegnere. «Ha presente la Pietà Rondanini di Michelangelo?» «Certo ma questa non è un’opera di Michelangelo», precisò Mauro. «Ciò non m’impedisce di confermarle quanto mi piaccia il dipinto così com’è» replicò l’ingegnere. «Le offro trecento euro.» «Trecen…? Ingegnere lasci almeno che lo definisca meglio. Le lascio il numero del mio cellulare.» «Per carità! O me la vende così o non se ne fa nulla», stabilì l’ingegnere assumendo un’espressione determinata. «Le faccio un assegno se per lei va bene, giovanotto. Intanto mi firmi l’opera. «Faccia come crede», rispose Mauro visibilmente impacciato. Pensò che il viso gli fosse divenuto rosso come un’amarena, talmente se lo sentiva scottare. Fissò l’ingegnere mentre riempiva l’assegno, poi gli consegnò la tela firmata, raccomandandogli di non appoggiare la parte dipinta in uno spigolo che premesse sulla tela e di tenerla in un ambiente buio per almeno una decina di giorni in attesa che i colori si asciugassero. L’ingegnere consegnò la tela a un suo collaboratore, poi si rivolse ancora a Mauro. «Viene spesso a dipingere da queste parti?» «Sì! Perché me lo chiede?» «In futuro non potrà più farlo. Questo vallone sarà sommerso.» «Dall’acqua?» chiese Mauro esprimendo stupore. «Il torrente sarà sbarrato da una diga laggiù», gli rispose l’uomo ...