1. Sole di Maggio


    Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI

    ... l’anfibio allontanarsi perché lei rimaneva aggrappata al suo animo come i frutti di lappola uncinavano il vello degli animali. Doveva decidersi di dare una pedata all’orgoglio e chiamarla. La mano andò al cellulare. No, la ricezione era problematica in quella conca e frasi con parole smozzicate non erano adatte per una riconciliazione. Gli avrebbe telefonato l’indomani, verso le undici e mezzo del mattino, quando la sapeva indaffarata ad aiutare sua madre nella preparazione del pranzo domenicale. Doveva essere talmente accorto da usare frasi che evitassero di fare riaffiorare i motivi del loro ultimo litigio. “Scusa per il disturbo Rossana. Ho ricevuto la lettera di un cliente affrancata con un bollo emesso recentemente. Forse manca alla tua collezione. Posso venire a fartelo vedere?” Sì forse quello era un buon pretesto per rivedersi. Tornò a fischiettare la colonna sonora del solito western e imitò il gesto di estrarre la pistola dal fodero immaginando che le finestrelle della casupola fossero un paio killer da sistemare. Imitava di soffiare nella canna della pistola, quando udì parlottare. Si voltò e trasalì. Tre sconosciuti sostavano presso il cavalletto. Si trattenne per capire quali intenzioni avessero. Notò che osservavano il suo abbozzo muovendo le braccia come volessero aiutarsi a commentarlo con i gesti. Non gli parve gente pericolosa. Con i pollici nelle tasche dei jeans si approssimò. L’uomo che per primo gli porse la mano aveva capelli folti e screziati di bianco ...
    ... in un modo così insolito da far somigliare la sua capigliatura a un frammento di prato dopo una brinata. Di statura alta, un po’ corpulento, aveva spalle massicce e il suo sguardo denotava forte personalità. «Buon giorno», disse l’uomo rivolgendogli un cordiale sorriso. «Spero non abbiate dubitato di avere scoperto un tipo un po’ tocco», rispose Mauro mostrando d’aver apprezzato la battuta. «Perché si è fatto sorprendere con la pistola fumante?» rispose l’uomo. «Dovrebbe vedere le smorfie che faccio davanti allo specchio del bagno quando moglie e figli non mi vedono», disse. Osservò l’abbozzo del dipinto e aggiunse: «Chi se lo sarebbe immaginato che avremmo incontrato un artista su per questi poggi e che avesse tanta padronanza nello stendere i colori sulla tela. Abita da queste parti?» «Sì a Sanfabiano.» «Fa il pittore di mestiere?» «Lavoro con mio padre. Abbiamo una bottega artigiana per il restauro di mobili antichi, perciò ho la possibilità di esporre le mie opere sulle pareti del laboratorio.» Mauro si sentiva lusingato ma avvertiva un senso d’irritazione per il modo autoritario col quale l’uomo si esprimeva, come fosse avvezzo al comando. «Suppongo abbia fatto qualche mostra», domandò l’uomo. Mauro replicò con un laconico cenno negativo del capo. Accortosi del fastidio che provava il ragazzo, l’uomo s’impose un tono più cordiale. «Perdoni la mia indiscrezione.» Tolse un pacchetto di sigarette da un taschino della sahariana e fece il gesto di offrirgliene. Mauro accennò ...
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