Intrusa
Data: 20/11/2020,
Categorie:
Etero
Sensazioni
Autore: Urano, Fonte: RaccontiMilu
... sempre di più. Con i tacchi mi accarezza le gambe. Non posso fare a meno di notare le insistenti occhiate che le mandrie di turisti le lanciano. Decido di portarla ad una famosa piazza li vicino.Vederla camminare su quei tacchi è uno spettacolo. Cerca di fare attenzione ma sempre camminando elegantemente.Mentre facciamo il giro della piazza mi prende per il braccio e mi chiede se sto vedendo qualche ragazza. Le dico di sì, che ci siamo appena conosciuti. Ci sediamo dando le spalle al nettuno. Non resisto più, la bacio. La bacio con tutto il trasporto che avevo represso dal momento in cui l�avevo vista in albergo. Si stacca e dice che è vero quello che si racconta all�estero degli italiani. Se ne dicono tante sugli italiani, le rispondo. Dice che è vero che gli italiani ci sanno fare con le ragazze. Sorrido. La prendo ancora per mano e la trascino per altre strade dove passa meno gente. Facciamo qualche altro metro fino a fermarci in una stradina più buia dove sembra non passi nessuno. Le faccio poggiare la schiena sulla pietra dura di un palazzo e con la mano risalgo sotto il suo vestitino. Le scopro le gambe fino a sentire il bordo delle autoreggenti e il culo solcato da un piccolo perizoma. Lo stringo con una mano mentre con l�altra le accarezzo il viso, spostandole una ciocca di capelli che le incornicia il volto dolce a sensuale. Mi bacia facendo roteare la sua lingua intorno alla mia. è affamata. Con le dita sposto il perizoma e sento quanto sta ...
... salendo la sua eccitazione. è bagnata, molto. Con un dito cerco il clitoride, ma prima lo faccio affondare nella sua fica. Poi ne aggiungo un altro. Ansima e gode, con una mano cerca il mio cazzo e lo sente premere contro la stoffa dei pantaloni. La giro, il vestitino aderente è già alzato, e scosto di lato il perizoma. Masha inarca la schiena facendomi vedere il suo culo perfetto. Mi sbottono i pantaloni e faccio uscire il cazzo. Lo punto contro le sue labbra. Sebbene fosse già abbondantemente bagnata non lo è abbastanza per me. Ad ogni affondo mi fa male, quindi mi muovo lentamente. Le tiro i capelli con una mano, con l�altra muovo le dita sul suo clitoride. Si incomincia a bagnare di più, ma io ho ancora bisogno di altri minuti per resistere all�orgasmo. Quando sento lo stimolo del piacere abbandonarmi mi lascio andare e la scopo forte, sbattendola contro la parete. Si lamenta, dice di andare più piano ma poi ad ogni affondo la sento gemere e venire. Mi devo trattenere però, lei non è Sara.Più mi sforzo di non pensarla e più mi entra nella testa. A Sara piaceva essere presa in quel modo, anzi, sarei stato fin troppo dolce scopandola così. Sara aveva la capacità di farmi diventare un animale. Era colpa sua. Mentre stava a pecora si girava e mi guardava con un viso trasformato dal piacere e mi incitava a scoparla sempre più forte. E lo facevo, fino a farle male, fino a sentire i crampi nelle gambe o negli addominali. E lei godeva, godeva di brutto. Io ...