1. Bisex, l'inizio?


    Data: 20/11/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: Legny85, Fonte: Annunci69

    Il lavoro di ufficio stanca moltissimo. Mentalmente è logorante e pertanto necessitavo di vie di fuga.
    
    Decisi quindi di dedicarmi al running, così da liberare la mente in spazi aperti e senza limiti strutturali.
    
    Il benessere psicofisico è alla base di una buona vita.
    
    Trovai sin da subito molta difficoltà nel dare costanza a questo sport. La ragione era ovviamente data dal fatto che correre tanti Km in solitaria non era stimolante.
    
    Per questa ragione decisi di iscrivermi ad un centro di atletica, così da potermi allenare in team.
    
    Iniziai ad uscire con loro 2 volte a settimana e, tra la decina di persone che componevano il gruppo, conobbi Federico (nickname).
    
    Ci fu subito feeling: brillante, 48 enne (io all’epoca avevo 31 anni), simpatico e coinvolgente. Insomma, un vero leader.
    
    Non vi annoio ulteriormente sui dettagli di come diventammo progressivamente amici, ma giungo immediatamente alla giornata che vi voglio raccontare.
    
    Uscii di casa – era un venerdì sera – diretto al punto di incontro prefissato con i ragazzi del team di running. Classico giro, soliti commenti sulle podiste che incrociavamo, insomma: un’ordinaria giornata.
    
    Terminata la corsetta, doccia.
    
    Usciti dagli spogliatoi, parlammo degli acquisti che Federico aveva fatto in internet per il running. Dimostrai molto interesse, dato che volevo aggiornare il mio outfit. A fronte delle numerose domande che gli rivolsi, mi disse: “Abito a 5 min da qui. Se hai voglia, faccio prima a mostrarti ...
    ... tutto”. Accettai la proposta.
    
    Entrati in casa e dopo le prime chiacchiere di rito, Federico mi mostrò il suo nuovo completo per correre. Gli dissi che era stupendo e che ne stavo giusto cercando uno simile. Mi chiese se lo volessi provare. Annuii.
    
    Andai in bagno e indossai prima i pantaloni.
    
    Erano attillatissimi e feci quasi fatica a starci dentro. Stesso discorso per la maglietta. Uscii ridendo, dicendo che in una tutina così stretta e nera mi sentivo Catwoman.
    
    Federico, seduto sul divano, rise e disse: “Sì, è vero. Ma il tuo culo è più bello”. Convinto fosse una battuta, sorrisi e tornai verso il bagno. Federico, senza alzarsi mi disse: “Vieni qui a farti vedere”. Mi fermai. La richiesta mi pareva strana, ma non avevo ragione per non dargli retta. Cambiai quindi direzione e mi diressi verso di lui. Feci pochi passi, lui si alzò e deciso mi venne incontro.
    
    In una strana atmosfera, dove la distanza tra gioco e serietà era molto sottile, mi disse: "Visto da dietro ti scoperei volentieri".
    
    Volevo anche io provocarlo e per reagire alla sua sfrontatezza, gli risposi con tono deciso: "Vuoi toccarlo?"
    
    Mi diede una sculacciata, forte e impulsiva. Poi mi prese per i fianchi e iniziò a toccarmi ovunque. Ero impietrito ed anche impacciato. Mi disse di seguirlo e lo feci, senza dire nulla. Mi guidò fino alla sala. La stanza era grande, con un divano ad L rivestito in pelle marrone scuro; il pavimento in marmo bianco dava una luminosità incredibile allo spazio.
    
    Lui ...
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