1. La mia storia


    Data: 21/11/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: pensionato, Fonte: EroticiRacconti

    ... sbloccare: a Francesco era di nuovo diventato duro, ma era troppo tempo che eravamo assenti dalla classe e quindi dopo un bacio a cui rispose appassionatamente, uscimmo con molta circospezione cercando di non essere visti. Gli inviai un messaggio nel quale lo invitavo a rivederci per proseguire il discorso iniziato e subito finito nel bagno della scuola, il problema era trovare il luogo adatto: non avevamo la disponibilità di casa nostra dove c'era sempre qualcuno vivendo entrambi con i nonni che difficilmente uscivano: mi venne un'idea: nel pomeriggio del venerdì frequentavamo la parrocchia e lì qualche pertugio per infrattarci l'avremmo trovato. Fu d'accordo e dalla prontezza della risposta capii di averlo ai miei piedi. Il venerdì pomeriggio ci trovammo nella sala parrocchiale, ma ci comportammo come al solito, cioè ignorandosi ed ognuno inserito nel proprio gruppo. Solo verso le cinque vidi che con facendo finta di nulla Francesco si allontanò dal gruppo di amici. Lo seguii e ci trovammo nel vano caldaie, luogo appena illuminato da una nuda lampadina, pieno di polvere e con un odore pungente di gasolio. Senza dire nulla ci abbracciammo e la mia mano corse subito verso il suo membro che già spingeva prepotente sotto i pantaloni. Ci baciammo e anch'io cominciai a sentire gli umori vaginali che dopo aver inzuppato le mia mutandine cominciavano a scorrere lungo l'interno delle cosce. Francesco, comunque, non prendeva l'iniziativa, ed allora lo feci io: gli sfoderai il ...
    ... pene lo presi in mano, ma come il giorno prima, fui subito investita da un fiotto di sperma: “e che cavolo Francesco aspetta un poco!!!” Anch'io non ero molto esperta, oltre la visione dei famosi filmini, e volli fare la “vissuta” portandomi la mano lorda del suo bianco liquido alla bocca e leccandola con avidità. Il sapore non era un granchè e un conato di vomito mi assalì; riuscii a ricacciarlo in gola ma mi accorsi che quel gesto aveva fatto di nuovo drizzare il pene di Francesco; non persi l'occasione lo agguantai nuovamente e melo strofinai sulla mia micetta fradicia; lui mi abbassò le mutandine e cercò di penetrarmi ansimando, ma non trovava la posizione data la nostra diversità di altezza, e comunque non mi piaceva di perdere in quel modo la mia verginità e glielo dissi all'orecchio pregandolo di pazientare ancora un poco, sino a quando avremmo trovato il posto ed il momento adatto, ma non potendolo lasciare in quella maniera gli feci una nuova sega che comunque sembrò gradire vista la quantità di sperma che uscì. Andammo avanti così per quasi un mese; la mattina nel bagno dei ragazzi a scuola e il venerdì pomeriggio all'oratorio, le uniche novità erano le sue dita che con molta attenzione si incuneavano nella mia fichetta, fermandosi appena sentiva la resistenza dell'imene e nel mio buchetto di dietro. Era ormai primavera, le giornate si erano allungate e la temperatura si era fatta più mite ed allora decidemmo che il gran giorno era arrivato; decidemmo di passare una ...